Tetraplegico muove di nuovo la mano grazie a impianto neurale

Può muovere le dita a una a una, afferrare oggetti grandi e piccoli e riesce perfino a giocare a Guitar Hero.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-04-2016]

paralizzato muove mano

I progressi compiuti dalla medicina ci hanno permesso di vedere persone paralizzate in grado di controllare con il pensiero arti robotici, ma alcuni ricercatori dell'Istituto Feinstein per la ricerca medica sono andati oltre.

Come spiega lo studio pubblicato su Nature, sono stati in grado di permettere a un uomo paralizzato di muovere nuovamente la propria mano grazie a un "bypass neurale".

L'impianto consiste in un microelettrodo impiantato nel cervello del paziente - il ventiquattrenne Ian Burkhart, costretto all'immobilità da un incidente - che capta l'attività in zone specifiche della corteccia motoria sinistra, identificate grazie alla risonanza magnetica come le aree che servono per controllare la mano.

Il segnale catturato dall'elettrodo viene poi passato al sistema di bypass neurale vero e proprio, che provvede a tradurlo in maniera tale che sia utilizzabile dalla speciale "manica" indossata da Burkhart e dotata di 130 elettrodi il cui compito è stimolare i muscoli.

Dopo 15 mesi di lavori, durante i quali Burkhart si è sottoposto a tre sessioni di allenamento a settimana, l'uomo è stato in grado di controllare nuovamente la propria mano con buona precisione, tanto da riuscire a muovere le singole dita, afferrare oggetti singoli e grandi, "strisciare" una carta di credito e persino giocare a Guitar Hero.

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«Non eravamo sicuri che sarebbe stato capace di muovere le singole dita» spiega il primo autore dello sutdio, Chad Bouton. «Il risultato ottenuto è andato al di là delle nostre aspettative».

Gli studiosi ritengono di aver posto una pietra miliare sul cammino verso il ripristino delle funzionalità nei pazienti paralizzati, anche se sono coscienti che il lavoro da fare è ancora parecchio: ora stanno studiando come fare in modo che il sistema si possa adattare a diversi pazienti e possa essere fatto funzionare al di fuori delle strutture cliniche.

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