La nuova Direttiva sulle Comunicazioni prevede anche la creazione delle reti 5G già dal 2018.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-09-2016]
Dopo aver ritirato la proposta che limitava a 90 giorni l'anno il roaming gratuito tra i Paesi dell'Unione, la Commissione Europea ha presentato un nuovo e ambizioso piano per le comunicazioni in Europa.
Il progetto di riforma del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, che ancora deve essere approvato, punta a riunire quattro diverse Direttive europee sulle comunicazioni e l'accesso ai servizi, fornendo un unico corpus di norme cui fare riferimento.
Esso prevede innanzitutto che ogni abitazione in ciascun Stato membro sia dotata di una connessione a Internet ad almeno 100 Mbit/s entro il 2025.
La proposta si inquadra nella visione europea che ridefinisce l'accesso a Internet come servizio universale e che allo stesso tempo non considera più come tale il mantenimento dei telefoni pubblici a pagamento.
Ciò significa che i 100 Mbit/s non devono essere un'esclusiva delle grandi città ma devono invece raggiungere proprio tutti, anche gli edifici posti in aree rurali o comunque difficili da raggiungere.
Dato che però oggigiorno moltissime persone si connettono a Internet in mobilità, la proposta non considera soltanto le connessioni fisse ma interviene con decisione anche su quelle mobili.
La Commissione vuole che dal 2018 si inizino i lavori di realizzazione della rete mobile 5G in tutta Europa, in modo da avere le prime reti operative nel 2020 e completare i lavori entro il 2025.
Inoltre chiede a tutti gli Stati di offrire connessioni Wi-Fi gratuite negli spazi pubblici di tutti i centri principali entro il 2020, e a questo scopo prevede di stanziare un finanziamento iniziale di 120 milioni di euro per l'acquisto delle apparecchiature.
Se la proposta sarà approvata, i soldi saranno disponibili entro la fine del 2017.
Insieme alla norme sulla connettività, la UE ha elaborato anche una nuova Direttiva sul Copyright, all'interno della quale sono presenti due voci sulle quali si discute da anni.
La prima è la cosiddetta Google Tax, ossia la proposta che vuole imporre a tutti gli aggregatori il pagamento di una commissione ai siti da cui traggono le notizie.
La seconda è stata definita Regola YouTube: qualora approvata, essa imporrebbe a tutti i servizi che permettono agli utenti di caricare e condividere proprie opere di implementare una tecnologia di identificazione del materiale protetto dal copyright.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Gladiator