[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-01-2019]
Sebbene sulla loro innocuità si discuta ancora, è evidente come, almeno rispetto alle tradizionali sigarette, le sigarette elettroniche facciano meno male a chi le usa.
Per gli astanti, invece, le cose migliorano solo marginalmente: la qualità nell'aria ne risente, e nuvole di fumo (o svapate che dir si voglia) si spargono nella stanza.
Poco importa il fatto che l'odore sia più gradevole di quello delle sigarette di tabacco; non a tutti piace entrare in una nuvola che profuma di crostata ai mirtilli uscita dai polmoni di qualcun altro.
È a causa di questa situazione che nasce Pocket, un piccolo apparecchio prodotto dai Philter Labs in vendita a 14,99 dollari sul sito ufficiale.
In sostanza, Pocket è un filtro personale. Si inspira normalmente dalla sigaretta elettronica ma quanto si espira lo si fa nel Pocket il quale - grazie a tecnologie dal nome fantascientifico quali il «moltiplicatore di energia cinetica» e la «camera per la transizione di fase» - annulla completamente il fumo.
Per facilitare la vita ai fumatori, che altrimenti sarebbero costretti a girare con la sigaretta elettronica in una mano e il Pocket nell'altra, è stato inventato anche Philip, un contenitore che permette di trasportare agilmente i due apparecchi contemporaneamente.
L'e-sigaretta si infila in un lato di Philip, e Pocket da quello opposto: quando si fuma, quindi, occorre inspirare dalla sigaretta inserita in Philip, girare quest'ultimo sottosopra, ed espirare in Pocket. Philip costa 30 dollari, include un Pocket ed è compatibile con le sigarette elettroniche di dimensioni ridotte.
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Secondo i Philter Labs, un Pocket è in grado di assorbire circa 200 emissioni di fumo: è evidente, quindi, che i fumatori più accaniti lo troveranno poco pratico.
Inoltre, sebbene Pocket sia stato progettato per funzionare con le e-sigarette, in teoria lo si può adoperare anche con quelle tradizionali. In questo caso le prestazioni non sono chiarissime, e bisogna ricordare che non tutto il fumo può venire assorbito: c'è infatti sempre quello prodotto dalla sigaretta che brucia.
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