[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-04-2020]
Un computer scollegato dalla rete è certamente più sicuro di un computer connesso, ma non si può dire che sia assolutamente a prova di intrusione.
Alcuni ricercatori dell'Università Ben Gurion del Negev, in Israele, hanno infatti ideato un sistema che permette di trasmettere dati da un computer usando le vibrazioni generate dalle ventole.
Quasi ogni computer (a parte alcuni modelli ultracompatti che puntano più alla silenziosità che alle prestazioni) ha delle ventole: ce n'è una sul processore, poi spesso se ne trova anche almeno una sul case. E, se è presente una scheda grafica discreta, anch'essa avrà le sue brave ventole.
Ogni ventola, inevitabilmente, produce delle vibrazioni e quelle prodotte dalle ventole del case sono le più semplici da captare per un apparecchio posto all'esterno del computer, poiché facilmente si trasmettono alla superficie su cui è appoggiato il computer stesso (un tavolo, in molti casi).
Tale apparecchio non deve necessariamente essere un dispositivo appositamente costruito: è sufficiente uno smartphone, oggigiorno sempre dotato di un accelerometro al proprio interno, che sia poggiato sul medesimo tavolo usato dal Pc.
Lo scenario studiato dagli israeliani prevede quindi innanzitutto individuare un computer bersaglio, non connesso in rete, collocato su un tavolo e che abbia almeno una ventola collegata al case. Poi è necessario installarvi un particolare malware, operazione che - come ha dimostrato Stuxnet - non è difficile: basta lasciare in posizione strategica una chiavetta Usb.
Il malware ha due scopi: raccogliere i dati che interessano al suo creatore e modulare la rotazione della ventola dello chassis secondo un codice predefinito, variando di conseguenza anche le vibrazioni generate.
Queste, naturalmente, vengono poi captate dallo smartphone, sul quale non c'è nemmeno bisogno di installare un malware.
Infatti sia Android che iOS considerano sicuro l'uso dei sensori (come l'accelerometro) e pertanto né chiedono all'utente il permesso di adoperarli né mostrano alcun tipo di notifica della loro attivazione. Dato inoltre che è possibile accedere ai sensori usando un JavaScript, tutto ciò che serve è convincere l'utente a visitare un sito che contenga lo script adatto.
Possiamo convenire che un attacco siffatto non sia semplicissimo da portare, ma è sicuramente anche fattibile: con un po' di ingegneria sociale si può ottenere la collaborazione involontaria di chi dispone di un accesso lecito al bersaglio.
D'altra parte, si tratta anche di un attacco "lento": la velocità di trasmissione che si può ottenere tramite le vibrazioni è molto bassa, pari a circa un bit ogni due secondi nelle dimostrazioni fatti da Mordechai Guri, primo autore dello studio.
Ancora una volta, quindi, ha ragione Kevin Mitnick quando dice che l'unico computer veramente sicuro è un computer spento.
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