Strano ma vero: la facoltà di Lettere di Torino non può organizzare i corsi obbligatori di informatica perché non trova docenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-02-2004]
La riforma degli studi universitari ha, giustamente e doverosamente, introdotto l'insegnamento obbligatorio dell'informatica anche nei corsi di laurea delle facoltà cosiddette umanistiche.
Si è capito, finalmente, che non si poteva essere dei buoni docenti di lettere o dei filosofi, degli avvocati o dei giudici, senza conoscere come si usa un Pc, si organizza un database, si fanno delle ricerche su Internet.
Tutto bello, almeno sulla carta, peccato che, in pratica, sia cambiato ben poco anzi: è quello che sta accadendo agli studenti di lettere dell'Università di Torino, che non possono laurearsi perché non possono sostenere l'esame di informatica, non essendo ancora stato istituito il relativo corso né nel primo né per il secondo semestre.
Come è possibile? Al di là della reale volontà di cercare e trovare questi docenti da parte delle autorità accademiche che, alle prese con una sempre più grave penuria di fondi, potrebbero voler risparmiare sui costi, cosa si deve pensare?
La prima considerazione è che, probabilmente, le retribuzioni offerte per questo tipo di docenti, generalmente a contratto, sono insufficienti e, si sa, spesso vengono pagate con un anno o più di ritardo.
Ma è possibile che, con tutto il parlare che si fa sull'integrazione tra aziende e università, nessuna impresa torinese sia stata contattata per mettere a disposizione dei propri quadri preparati, e che, nemmeno nel circuito dei docenti delle scuole superiori torinesi e della formazione professionale pubblica e privata si siano trovati docenti all'altezza e disponibili?
Voglio essere provocatorio fino in fondo: a Torino ha sede anche la scuola di applicazione dell'Esercito Italiano che finisce di formare gli ufficiali usciti dall'Accademia, che frequentano i corsi di laurea in scienze strategiche (per ipocrisia non si dice scienze militari) della stessa Università di Torino e non credo che questa scuola militare non potrebbe prestare i suoi docenti che, oltretutto, sono già dipendenti statali.
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