Cresce un movimento per imporre gli smartphone solo dopo i 14 anni e i social solo dopo i 16 anni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-09-2024]
L'attrice Paola Cortellesi e gli psicologi per l'infanzia Paolo Pellai e Daniele Novara sono alcuni dei firmatari dell'appello al Governo Meloni per proibire l'uso dello smartphone fino ai 14 anni e dei social fino ai 16 anni.
Non si tratta solo di evitare la visione di contenuti violenti e immorali: per questo basterebbero sistemi di controllo parentale già in uso da tempo e consigliati. I neuropsichiatri e gli psicologi firmatari dell'appello sostengono che usare troppo la tastiera in un'età in cui si dovrebbe scrivere solo a mano non favorisce la formazione equilibrata del cervello e scoraggia la socializzazione fra coetanei, l'attività fisica, il gioco spontaneo e la lettura.
Sembra quasi che prima dell'avvento degli smartphone i bambini italiani leggessero tantissimo e non fossero soli, in un Paese con sempre meno bambini e sempre più figli unici, e che arrivati anche solo alle scuole superiori i ragazzi poi non scriveranno mai più a penna.
Non si capisce se la proibizione dovrebbe riguardare anche i telefonini di vecchio tipo, senza connessione a Internet: vista la sparizione di cabine telefoniche e telefoni fissi, con i telefoni non smart il bambino potrebbe continuare a parlare fuori casa con i genitori, i nonni e magari con altri bambini.
Già oggi con le circolari del ministro della Pubblica Istruzione e i regolamenti interni di quasi tutte le scuole, il telefonino sarebbe già bandito di diritto e di fatto nelle ore scolastiche, anche nella ricreazione, perfino fino a 19 anni, quando si completa il ciclo scolastico.
In molte scuole il bambino dovrebbe addirittura chiudere in un armadietto o consegnare agli insegnanti il telefonino, forse per evitare tentazioni. Non dovrebbe poi usarlo mentre svolge attività sportiva e negli spogliatoi di palestre e piscine, perché già proibito da tempo in questi luoghi. Non dovrebbe poterlo usare nemmeno se è in chiesa o a catechismo.
Quindi già oggi, teoricamente, lo spazio e il tempo per lo smartphone sarebbe limitato. Come verrebbe riutilizzato il tempo libero residuo (tanto o poco) "liberato" dallo smartphone? Purtroppo è facile prevedere che per bambini che non possono uscire a giocare in strada perché pericoloso e nemmeno in cortile per non disturbare i vicini, sarebbero solo più ore di Tv, come succedeva normalmente prima dell'avvento degli smartphone.
Fa pensare l'equiparare lo smartphone al rischio di dipendenza ad alcol, tabacco e gioco d'azzardo legalizzato, che sono tutti vietati per legge prima dei 18 anni. Arriveremo quindi anche per gli adulti a luoghi in cui non si può mai telefonare o chattare, come già succede per il fumo? Tipo bar, ristoranti, mezzi pubblici e luoghi di lavoro.
Si ritiene che questa proibizione per legge aiuti i genitori, oppure è un altro segno di sfiducia nelle capacità genitoriali? (che poi si traduce spesso nella rinuncia a essere genitori). Vedremo; certo il dibattito è aperto e si amplierà nei prossimi tempi.
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Homer S.