[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-09-2025]
Google ha avviato la distribuzione di una serie di integrazioni AI nel suo browser Chrome, con un ovvio focus particolare su Gemini, il modello di intelligenza artificiale sviluppato internamente. Le novità sono inizialmente disponibili negli Stati Uniti, per gli utenti desktop su Mac e Windows con lingua impostata su inglese; si estenderà gradualmente ai dispositivi mobili, senza richiedere abbonamenti premium come Google AI Pro o Ultra, che erano necessari nella fase iniziale dello scorso maggio.
Secondo il post ufficiale, queste caratteristiche mirano ad «anticipare i bisogni degli utenti, chiarire informazioni complesse e aumentare la produttività», integrandosi con servizi come Google Docs, Calendar, YouTube e Maps, al fine di offrire un flusso di lavoro più fluido. Al centro dell'aggiornamento c'è «Gemini in Chrome», un assistente accessibile tramite un'icona a forma di scintilla nell'angolo superiore destro della finestra del browser. Una volta attivato, apre una finestra flottante che utilizza il contesto della pagina corrente per rispondere a query testuali. Per esempio, su una pagina web tecnica, un utente può chiedere: «Spiega questo concetto in termini semplici». Gemini genererà una parafrasi o un riassunto basandosi sul contenuto visualizzato, senza necessità di copiare e incollare il contenuto rilevante.
Questa funzionalità sfrutta le capacità multimodali di Gemini 1.5 Pro, in grado di processare testo, immagini e video, come dimostrato in demo dove l'AI estrae riferimenti specifici da video YouTube integrati nella risposta. Per abilitarla gli utenti devono esplicitamente fornire il proprio consenso la prima volta; possono poi condividere o interrompere la condivisione del contenuto della pagina tramite un indicatore visivo posto sui bordi della scheda.
Il sistema lavora nel cloud: invia degli snippet contestuali ai server Google per l'elaborazione, con un limite implicito su query complesse per evitare sovraccarichi, anche se Google non ha specificato soglie esatte nei dettagli tecnici rilasciati. Una delle novità più significative è la comprensione multitab, che permette a Gemini di analizzare e correlare informazioni da più schede aperte contemporaneamente. In un esempio tratto dal blog Google, per un acquisto di materassi, Gemini confronta modelli da schede separate producendo una tabella con colonne per tipo (memory foam o ibrido, per esempio), prezzo, garanzie e recensioni aggregate, riducendo il tempo di ricerca da minuti a secondi. La feature Tab Compare (per confrontare le schede), ereditata da aggiornamenti di agosto 2024 e ora potenziata, si integra qui: selezionando le schede rilevanti, la IA genera riassunti comparativi per prodotti, come dimensioni, materiali e politiche di reso, attingendo a dati strutturati dalle pagine.
Parallelamente, Help me write evolve da uno strumento di composizione testuale a un assistente contestuale nel browser. Originariamente introdotto per generare email o post in Google Docs, ora permette di abbozzare contenuti basati sulla navigazione: per esempio, mentre si legge un articolo, si può chiedere «Scrivi un riassunto di 200 parole per il mio blog»: Gemini produrrà un testo coerente, citando fonti dalle tabs aperte. La modalità AI Mode nell'omnibox (la barra degli indirizzi) estende questo comportamento a ricerche complesse: digitando «Confronto materassi per chi dorme sul lato e soffre di dolore lombare», la IA suggerisce ulteriori query che si possono proporre, come «Qual è la garanzia offerta da questa marca?» o genera tabelle personalizzate direttamente nei risultati di ricerca.
Un altro aspetto utile è il recupero della cronologia: invece di sfogliare manualmente la history, gli utenti possono chiedere al browser «Quale sito mostrava la scrivania in noce la scorsa settimana?» e Gemini ritroverà la pagina esatta.
Tutti questi benefici richiedono naturalmente di pagare un certo prezzo in termini di privacy: ogni interazione con Gemini invia dati contestuali a server Google, processati in cloud per mantenere latenza bassa (sotto 1 secondo per query semplici), ma con opt-out limitato: gli utenti possono disabilitare la condivisione per una scheda specifica, ma non esiste un'opzione globale permanente. Google, d'altra parte, afferma che «i dati di navigazione non sono usati per l'addestramento senza consenso esplicito».
La distribuzione completa della funzionalità è prevista entro fine 2025 per le altre lingue e regioni supportate, con aggiornamenti successivi basati sui feedback ricevuti.
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