La boutique nel computer

Bastano pochi click e le grandi firme sono disponibili per ordini online.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-02-2007]

E' nota la querelle che da un paio d'anni a questa parte vede produttori e commercianti schierati contro eBay e Yahoo a difesa dei propri interessi; da ultimo anche Google è stata citata in giudizio con richieste miliardarie in euro, dopo essere già stata condannata a pagarne 200.000 per danni e interessi a Vuitton "per contraffazione di marchi, concorrenza sleale e pubblicità ingannevole".

Evidentemente stanchi di adire lunghe e costose vie giudiziarie e nell'impossibilità pratica di eliminare l'invenduto negli outlet, Dior, Hermès, Gucci, Mugler, Vuitton ed altre importanti case di moda hanno deciso d'intraprendere in prima persona l'avventura del commercio via Internet, nel tentativo di acquisire una clentela più vasta e nel contempo fronteggiare minori costi di distribuzione.

L'offerta, talvolta su articoli che saranno reperibili esclusivamente online, riguarderà profumi, gioielleria e pelletteria, borsette, profumi e accessori vari; pochi i capi di abbigliamento, forse perché i modelli di grande sartoria sono ritenuti oggetto di scelte personalissime e comunque legate alle sensazioni suscitate dal contatto fisico e dall'indossarli. Per tutto il resto sarà un'occasione per testare nuovi prodotti e raccogliere le reazioni dei navigatori prima di presentare le collezioni nei negozi per la vendita.

In alcune gradi città già ora è comunque possibile avere in poche ore una cintura o una ventiquattrore particolare, anche se si punta moltissimo sulla certificazione di autenticità per invogliare futuri clienti.

"Solo gli acquisti effettuati mediante questo canale di vendita", recita un avviso, "vi garantisce di ottenere prodotti autentici. Altrimenti potreste incorrere in acquisti contraffatti o ricevere merce di seconda scelta".

Resta irrisolto il mistero di come reagiranno gli acquirenti comuni, che per decenni hanno visto esposti nelle vetrine delle boutique capi e oggetti di gran marca ma prodotti in Cina e che da un po' possono finalmente acquistare altrove, a un decimo dei prezzi esposti la stessa merce, sempre prodotta in Cina ma stavolta venduta direttamente dei cinesi.

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