Il presidente del consiglio non crede a un interesse vero degli americani, non vuole spezzatini telefonici, vuole l'azienda in mani europee.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-04-2007]
Finalmente Romano Prodi decide di rompere il suo insolito silenzio nei confronti della vicenda Telecom Italia, un silenzio che si stava facendo assordante e che era in contraddizione con quanto il presidente del consiglio, durante il suo primo governo nel '97 disse a proposito della prima privatizzazione dell'ex Sip: "Telecom Italia è l'Italia.
Prodi in un'intervista al Sole 24 Ore non se la prende con gli americani, anzi esclude che gli americani siano veramente interessati a entrare in Telecom, ma ritiene che l'unico interessato sia Carlos Slim, il padrone messicano dei telefonini interessato alla presenza di Telecom in Brasile nella telefonia mobile. Prodi non lo dice ma lascia intendere che se si trova un accordo con Slim il problema si sgonfia.
Prodi dice anche altre cose chiare: è normale che Telecom rimanga in mani italiane, nessun Paese al mondo cede il controllo della sua struttura di Tlc, perfino gli Usa non accettano che le le proprie linee aeree siano controllate da gruppi stranieri.
Prodi critica i capitalisti italiani che non si fanno sotto, "un bel capitalismo" e, quindi non lo dice, se nessuno si dovesse fare sotto degli italiani a questo punto l'opzione estrema di un intervento pubblico a difesa dell'italianità di Telecom non potrebbe più essere esclusa.
Quanto a Berlusconi Prodi non ha preclusioni ma non è solo un problema di legge Gasparri, perché anche l'Antitrust italiano potrebbe essere contrario al fatto che un operatore dominante nella telefonia e in Internet come Telecom Italia sia controllato da un operatore dominante come Mediaset.
Come programma politico nelle Telco questo di Prodi è perfettamente condivisibile: si spera solo che alle parole seguano fatti e decisioni conseguenti.
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