Microsoft, gli Usa non ci stanno

Lo scambio di cortesie tra Washington e Bruxelles probabilmente è soltanto agli inizi.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-09-2007]

stiglitz

L'ennesima dimostrazione della spocchia d'oltre oceano stavolta ha travalicato i confini nazionali e ha investito tutta l'Europa colpendola nelle sue istituzioni fondamentali.

La conferma della sanzione irrogata a Microsoft per "abuso di posizione dominante" ha risvegliato tutto lo sciovinismo cultural-economico degli USA, cui ha dato voce proprio quel Dipartimento della Giustizia che - guarda caso - in patria ha messo sotto inchiesta quelli di Redmond per pratiche anticoncorrenziali.

Il responsabile del ministero pare abbia ritenuto di censurare la sentenza della Corte Europea giudicandola "dannosa per i consumatori" in quanto scoraggerebbe la concorrenza e frenerebbe l'innovazione.

Evidentemente (e per fortuna) il Commissario Europeo alla Concorrenza Neelie Kroes non è il tipo che si lascia intimidire o cerca a tutti i costi il bon ton diplomatico quando gli interlocutori fanno i gradassi.

Difatti con un comunicato emesso a tamburo battente ha stigmatizzato il comportamento degli USA, chiedendosi meravigliata in base a quali principi ci si fosse permessi di commentare la decisione di una Corte indipendente, esercitante le sue funzioni fuori dalla giurisdizione americana.

Giudicando le critiche totalmente inaccettabili, la Kroes ha puntualizzato: "La Commissione Europea non esprime giudizi circa le decisioni dei tribunali americani; ci attendiamo il medesimo grado di rispetto dai tribunali americani riguardo le decisioni dei tribunali europei".

Senza aggiungere ulteriori commenti, traduciamo alla buona un brano dell'economista Joseph Stigliz, già consigliere di Clinton e premio Nobel, circa la potenzialità e i limiti della proprietà intellettuale.

"Microsoft, il gigante americano dei programmi, ha usato la sua potenza monopolistica derivantegli dai diritti sulla proprietà intellettuale per abbattere innovatori come Netscape e RealNetworks".

"Alcuni sono abbastanza temerari da sfidare Microsoft quando abbiano la fortuna di realizzare un'innovazione straordinaria; altri si accontentano dalla speranza di farsi acquisire. Molti tuttavia sono dissuasi dal realizzare cose abbastanza avanzate da attirare l'attenzione di Microsoft... anche in ragione degli onnipresenti brevetti".

"In questo caso gli sviluppi saranno sicuramente negativi; nel breve periodo, perché i costi delle royalty riducono la redditività, nel lungo periodo perché anche l'innovazione ne viene proporzionalmente ridotta".

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (3)

Unicuique suum direbbe il saggio. Gli economisti fanno il loro mestiere, i politici difendono la loro greppia mentre gli avvocaticchi farebbero carte false pur di azzeccare qualche garbuglio in più. Qui non si tratta di beatificare Microsoft né di condannarla ad essere bruciata in piazza; è una grande azienda condotta bene e fa i... Leggi tutto
21-9-2007 20:10

{TUX}
Era da aspettarselo Leggi tutto
21-9-2007 10:19

{bebop}
"spocchia", "sciovinismo", et cetera. Vediamo un po': gli Stati Uniti sono il Male. Microsoft è un'importante azienda statunitense. Ergo, Microsoft è il male. Consiglio la lettura (in inglese) di un articolo (scientifico, non politico) di due giuristi italiani. (commento editato dai moderatori) Leggi tutto
21-9-2007 08:43

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