Google: l'indirizzo Ip non è un dato personale

Mentre L'Unione Europea valuta se equiparare o meno gli indirizzi Ip ai dati sensibili, Google tenta di spiegare che le cose stanno diversamente.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-02-2008]

Per Google l'indirizzo Ip non è un dato personale

La Commissione Europea può essere forse animata da buone intenzioni; è facile tuttavia essere dubbiosi riguardo alla conoscenza degli argomenti trattati in suo possesso, specie quando si entra in campo informatico.

Prendiamo per esempio una recente affermazione fatta dai membri del gruppo che lavora sulle questioni di privacy e protezione dei dati personali: "Mentre l'uso dei motori di ricerca diventa parte della routine quotidiana, la protezione della privacy degli utenti e la salvaguardia dei loro diritti rimangono il punto centrale del dibattito".

Ciò su cui si sta dibattendo è la possibilità di considerare l'indirizzo Ip alla stregua di un dato personale che vada quindi protetto quanto le cosiddette informazioni sensibili dall'avidità dei motori di ricerca.

L'idea che la Commissione sembra essersi fatta, dunque, è che i motori di ricerca usino gli indirizzi Ip con cui gli utenti si collegano per seguire questi stessi utenti nei loro spostamenti virtuali, sfruttare le informazioni raccolte per stilarne un profilo e poi utilizzare la conoscenza acquisita per fornire pubblicità mirate o magari addirittura vendere i dati raccolti al miglior offerente.

A smontare questa paranoica visione è tra gli altri Google che, con un post nel blog Public Policy, spiega che le cose non stanno esattamente così.

Tanto per cominciare, considerando anche che non tutti si connettono nel medesimo momento, normalmente un indirizzo Ip viene condiviso tra più utenti: l'Internet Service Provider ha a disposizione un pool di indirizzi e assegna il primo disponibile, non necessariamente sempre lo stesso, a ogni suo cliente che si colleghi alla Rete. Terminata la connessione, l'indirizzo torna disponibile e può subito essere assegnato a qualcun altro.

Inoltre, anche conoscendo l'indirizzo, questo non può essere associato a una specifica persona: quando per esempio un computer viene condiviso in una famiglia, ogni membro può essere l'utilizzatore di quel dato indirizzo in quel dato momento, e non c'è modo per il motore di ricerca di sapere chi sia.

L'unico che può associare indirizzo assegnato e intestatario dell'abbonamento è l'Isp, ma nemmeno lui può sapere se, tenendo buono l'esempio della famiglia, a navigare in Rete sia il figlio minore o l'anziana nonna.

Ancora, si prenda per esempio un laptop: mobile per progettazione, gli verrà assegnato un indirizzo differente a seconda del luogo d'uso, sia questo la casa opppure il posto di lavoro oppure un Internet Café.

Stabilito quindi che un indirizzo Ip non è associabile univocamente a una persona, va da sé che i siti web che nei propri log registrano gli indirizzi dei visitatori non possono utilizzarli per violare la privacy dei visitatori stessi.

Parlando poi delle proprie politiche, Google ricorda che già ha in atto misure atte a garantire la privacy, e dopo 18 mesi gli indirizzi e i cookie registrati nei suoi log vengono resi anonimi: "Noi di Google sappiamo che la fiducia dell'utente è fondamentale per il nostro successo. Per questa ragione ci siamo mossi per salvaguardare la privacy".

Inoltre, qualora alla fine Bruxelles decidesse di considerare comunque gli indirizzi Ip come dati personali, ogni sito dovrebbe attrezzarsi per trattarli come tali, al fine di mettere il webmaster al sicuro da grane legali. Secondo Peter Fleischer, Global Privacy Counsel di Google, la soluzione migliore sarebbe considerare gli indirizzi Ip "dati che possono essere personali in particolari circostanze".

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (1)

Ah no??!! Leggi tutto
29-2-2008 01:10

La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

Mostra i risultati (2300 voti)
Ottobre 2025
Infotainment in auto, nuove regole: i veicoli smart dovranno avere un'autoradio FM/DAB+
Mozilla introduce Firefox VPN: navigazione cifrata nel browser. Privata e gratuita
Windows 11 25H2: debutta il menu Start con layout dinamico e integrazione con lo smartphone
DAZN chiede 500 euro di risarcimento a 2000 utenti già multati per pirateria. E minaccia cause
Energia elettrica: il prezzo cambia ogni 15 minuti. Fasce orario stravolte, la sera costa di più
Clothoff bloccata in Italia: il Garante Privacy ferma l'app che spoglia le persone con la IA
Open Printer, stampante inkjet open source. Cartucce ricaricabili, design modulare e niente DRM
Amazon Prime elimina la prova gratuita in Italia: i giorni di test passano da 30 a 7. E si pagano
Settembre 2025
SPID a pagamento, l'era gratuita è finita: le Poste introducono un canone annuale
YouTube ammette: "Obbligati dall'amministrazione Biden a sospendere certi canali"
Commodore 64 Ultimate convince: boom di vendite, acquisizione anticipata
Cookie, si va verso il consenso unico. L'Europa valuta l'integrazione nei browser web
Google lancia l'app "unificata" per la ricerca in Windows: documenti locali, web e Google Drive
Poste Italiane, i dati di un milione di utenti nel dark web. L'azienda: "Non ci hanno attaccati"
Windows 11, lo speed test si integra nella barra: misura velocità di up/download e latenze
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 17 ottobre


web metrics