I ceppi al portafoglio dello Stato

La Pubblica Amministrazione non potrà più autorizzare pagamenti a fornitori morosi. Tutto bene? Niente affatto: ci sono numerosi aspetti negativi.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-03-2008]

denaro

Dal 1° luglio 2007 le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, ad eccezione delle scuole, sono obbligate ad effettuare i propri acquisti di beni e servizi facendo ricorso al Mercato Elettronico della pubblica amministrazione.

Si tratta in sostanza di ricorrere al sito Acquistinrete, una sorta di marketplace selettivo in cui obbligatoriamente debbono incontrarsi domanda e offerta di beni e servizi per importi al di sopra di un certo limite, il che consente di effettuare una facile comparazione dei prezzi e, in teoria, valutazioni ottimali in merito alle offerte.

Il sistema è concepito per razionalizzare gli acquisti chiedendo in via informatica preventivi mirati, contrattando prezzi e condizioni, inviare al fornitore l'ordine digitale e semplificare i pagamenti; il tutto nel rispetto della concorrenza e nell'ottica della semplificazione e trasparenza amministrativa.

Tralasciando i dettagli burocratici relativi alla abilitazione al servizio ed ai mezzi di pagamento, che sono di poco interesse, vale la pena di soffermarsi invece sull'aspetto velenoso dell'innovazione, di per sé lodevole, emerso a seguito dell'approvazione dall'articolo 2, comma 9, del D.L. 3 ottobre 2006, n. 262 "Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria", convertito con modificazioni nella Legge 24 novembre 2006 n. 286 e dal successivo Regolamento di attuazione.

Dispone infatti la norma che Equitalia - una sorta di joint venture tra l'Agenzia delle Entrate e l'INPS per la riscossione dei tributi in esclusiva - dal 29 marzo gestirà la verifica degli inadempimenti.

Cioè tutte le amministrazioni pubbliche, prima di effettuare i pagamenti ai fornitori per importi da 10.000 euro in su, potranno verificare (ma in pratica saranno obbligate a farlo) se gli stessi non siano nel contempo morosi per cartelle esattoriali notificate ma non ancora pagate.

Nell'affermativa, il servizio metterà a disposizione dell'incaricato dei pagamenti entro i cinque giorni successivi tutte le informazioni utili alla sospensione del versamento, compresi gli interessi e le more eventuali, mettendo così gli agenti della riscossione in grado di procedere, entro un mese, per il recupero delle somme a credito della pubblica amministrazione.

Tutto regolare, ben fatto! verrebbe da osservare; e invece no, e per alcuni buoni motivi. Il primo è che, in pendenza di ricorso, la pubblica amministrazione incassa quote progressivamente crescenti del credito, preteso ma ancora non certo, che potrebbe alla fine essere dichiarato inesistente o considerevolmente ridotto.

Il secondo, non meno importante, è che assai spesso le cartelle esattoriali vengono notificate in modo sommario o addirittura in modo erroneo o con relazioni di notifiche difformi da come sono avvenute in realtà; ad esempio, inserendole nella casella di posta e certificando invece di averle consegnate alle persone interessate, con le conseguenze che tutti possono immaginare.

Il terzo e forse più importante motivo è la mancanza di reciprocità, cioè quell'istituto giuridico che, in uno Stato dove i cittadini godono di diritti civili senza patire servili assoggettamenti, vedrebbe impegnate le pubbliche amministrazioni a fornire beni e servizi congrui e tempestivi, rendendo se del caso, e senza indugi, quanto eventualmente percetto in più.

Tempestività che invece è sempre latitante proprio quando pagamenti e rimborsi giocano a carico anziché a favore degli enti, casi che svariano tipicamente dalla liquidazione delle pensioni definitive alle imposte nei confronti degli aventi diritto nonché proprio al pagamento delle fatture per beni e servizi acquistati, il cui saldo avviene normalmente con un anno di ritardo.

Sarebbe stato perciò equo considerare e risolvere il problema nella sua interezza, autorizzando la compensazione non solo a livello di imposte, come già parzialmente avviene, ma proprio a livello di saldo dell'intero rapporto debito/credito che metta e confronto utenti ed enti pubblici.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (3)

Ecco, l'hai detto. Per chi non lo sapesse, le pubbliche amministrazioni pagano in modo diverso a seconda che si tratti di ministeri e uffici periferici o di enti locali. Questi ultimi di solito conoscono più amici e nemici piuttosto che fornitori di beni e servizi, per cui stendiamo un velo pietoso. I primi invece devono passare... Leggi tutto
1-4-2008 15:16

mancanza di reciprocità Leggi tutto
28-3-2008 09:04

{stefano}
precisazioni utili Leggi tutto
27-3-2008 20:40

La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
Per quale motivo NON sei (più) sul social network più famoso?
Facebook mi ha stufato. Preferisco godermi Internet.
Non voglio che gli altri si facciano i fatti miei.
Ho da fare. Facebook mi fa perdere tempo.
Amo di più la vita reale.
Non voglio che si sappiano in giro i miei segreti.
Non ho testa per Facebook in questo momento.
A mia moglie (marito, fidanzat*, ragazz*) dà fastidio che io sia su Facebook.
Facebook vende i nostri dati e non rispetta la privacy.
Mi sono accorto che iniziavo a farmi sempre di più i fatti degli altri.
Facebook è morto. Io adesso uso Twitter (o Google+, Pinterest ecc.)

Mostra i risultati (4495 voti)
Dicembre 2025
Dopo ChatGPT
Windows 11, prestazioni degli SSD migliorabili fino all'80%. Ecco come attivare il driver
PagoPA lascia il MEF: Poste e Poligrafico rilevano la società per mezzo miliardo
IA al comando di un distributore automatico: snack gratis e centinaia di dollari in perdita
Ordina RAM DDR 5 su Amazon, riceve DDR 2: ecco come funziona la truffa del reso
Televisori LG, dopo l'aggiornamento compare l'app di Copilot. E non si può più togliere
Google lancia la traduzione simultanea universale: bastano qualsiasi telefono Android e auricolari
Tassa da 2 euro sui pacchi fino a 150 euro: la Manovra 2026 coinvolge milioni di spedizioni
Lo script open source che fa sparire Copilot, Recall e gli altri componenti IA da Windows 11
Google Antigravity cancella un intero drive: la IA si scusa, ma i dati sono persi
Migliaia di aerei A320 a terra. Perché è una buona notizia
Arduino passa a Qualcomm: la comunità hacker esplode di malcontento
Piracy Shield, i provider italiani presentano il conto: 10 milioni di euro l'anno
Il Digital Omnibus è una resa dell'Unione Europea?
Novembre 2025
MediaWorld vende iPad a 15 euro per errore, adesso li vuole tutti indietro
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 1 gennaio


web metrics