L'associazione dei discografici americani ha denunciato un senzatetto per violazione del copyright, senza assicurarsi che la notifica lo raggiungesse.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-04-2008]
La Riaa, l'associazione dei discografici americani, non si ferma davanti a nulla quando si tratta di difendere i propri diritti contro tutti coloro che violano il copyright, anche se si tratta di gente che vive per la strada.
La vicenda inizia circa un anno fa, il 9 aprile 2007, quando i legali dell'associazione tentano di far pervenire la notifica di una denuncia a Chaz Berry, accusato fin dal febbraio dello stesso anno di usare le reti peer to peer per condividere file protetti dal diritto d'autore.
La cosa però si complica perché, nei due mesi che intercorrono tra la scoperta delle criminose attività di Chaz Berry e la decisione di compilare della denuncia, il signor Berry attraversa delle difficoltà finanziarie e deve perde la casa. La Riaa, però, non si fa fermare da queste sciocchezze e il 9 aprile 2007 affigge una copia della denuncia (con relativa convocazione) alla porta dell'abitazione abbandonata, pur sapendo che era vuota.
Solo 8 giorni dopo, tuttavia, gli avvocati della Riaa dichiarano al giudice di aver già affisso la denuncia il 9 aprile all'indirizzo di Chaz Berry (pur sapendo che non era più valido) e che quindi si può procedere con la causa.
Nel frattempo, il magistrato Fox nota che, nonostante la richiesta di rinvio del 17, la Riaa aveva già provveduto a far recapitare la denuncia per quanto l'indirizzo fosse notoriamente errato, palesando così la propria intenzione di non condurre sul serio una "indagine approfondita" come invece aveva dichiarato. Se davvero avesse avuto a cuore il ritrovamento dell'accusato - pensa il magistrato - non avrebbe provveduto alla notifica del 9 aprile.
Tutto ciò svela di conseguenza il comportamento poco professionale degli avvocati, che non hanno prestato attenzione sufficiente attenzione alle condizioni reali dell'accusato. Ecco dunque che gli avvocati della Riaa vengono accusati di malafede; a questo punto il giudice decide di comminare loro pesanti sanzioni.
Di fronte a tale minaccia, però, la Riaa preferisce ritirare la denuncia, mentre i suoi avvocati presentano scuse formali alla corte.
Infine, secondo il giudice distrettuale Harold Baer, la condotta dei legali sarebbe da ascrivere non tanto a malafede quanto alla loro scarsa professionalità; viene loro concesso il beneficio del dubbio e quindi vengono cancellate le sanzioni.
A un tale accanimento e spreco di risorse conduce la guerra del copyright.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
chemicalbit