Sottratte due milioni di informazioni mediche

I dati dei pazienti della Scuola di Medicina di Miami sono spariti. Il preside: "I dati sono al sicuro".



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-04-2008]

Sottratti due milioni di informazioni mediche

Più di due milioni di informazioni mediche di proprietà della Scuola di Medicina dell'Università di Miami sono stati sottratti in marzo e tuttora non si sa che fine abbiano fatto.

Il furto non è avvenuto a opera di abili pirati informatici che abbiano superato le difese dei computer dell'Università, ma più semplicemente i ladri hanno svaligiato il furgone che stava trasportando le sei cassette contenenti il backup.

Infatti, al fine di non perdere i dati raccolti a causa di disastri naturali (dopotutto si parla della Florida) o per qualsiasi altro motivo, i backup vengono conservati lontano dall'Università; il furgone stava appunto eseguendo il trasporto periodico quando è stato derubato.

La società Archive America, responsabile del trasporto, ha poi inspiegabilmente lasciato passare due giorni prima di informare l'Università dell'accaduto; essa stessa, poi, ha ufficialmente riconosciuto il furto soltanto pochi giorni fa.

Comunque sia, i dati sarebbero al sicuro: è quanto sostiene il dottor Pascal J. Goldschmidt, preside della Scuola di Medicina. Jacqueline Menendez, portavoce dell'Università, è dello stesso parere: gli esperti di sicurezza della Terremark Worldwide - dice - avrebbero tentato per più di una settimana di decodificare i dati ma senza riuscirci, a causa del sistema proprietario di compressione e della cifratura usata.

Inoltre, secondo le forze dell'ordine, si è trattato di un furto casuale: chi ha sottratto le cassette non era a conoscenza del contenuto, sebbene - qualora decodificato - abbia un discreto valore.

Secondo una stima del Washington Post, infatti, una "identità completa" (nome, numero di previdenza sociale, indirizzo, informazioni bancarie e via di seguito) vale dai 14 ai 18 dollari. Jacqueline Menendez stima che nelle cassette siano registrati i dati di 47.000 pazienti, tutti già contattati dalla Scuola.

L'Università di Miami ha creato un sito web per informare sull'intera faccenda e ha attivato un call center per rispondere a quanti siano preoccupati per il destino dei propri dati sensibili.

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Commenti all'articolo (3)

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