Non soddisfatta della Finanziaria 2007 che aveva stabilito per gli artisti emergenti finanziamenti travestiti da crediti d'imposta, la lobby della musica chiede al ministro dei Beni Culturali ulteriori regalie, nonché di intervenire contro i pirati.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-06-2008]
La Federazione dell'Industria Musicale Italiana, con un proprio comunicato, rivela di aver impegnato il ministro Bondi all'adozione di misure fiscali atte ad aiutare gli artisti emergenti con nuovi credit d'imposta anche sulle "seconde opere" nonché ad una più serrata applicazione delle vigenti norme sulla protezione del diritto d'autore eventualmente aggravando le conseguenze secondo il modello sponsorizzato da Sarkozy.
Probabilmente sfugge al presidente Mazza che il cosiddetto "modello francese" è stato travolto dalle critiche persino in patria e che Sarkozy, in caduta libera di popolarità, sta cercando di prendere le distanza dalla sua stessa creatura; come pure gli sfuggono i profili di possibile incostituzionalità di una normativa già bocciata dal Garante come "sproporzionata rispetto agli interessi privatistici che vorrebbe difendere".
Ovviamente, è logico che Mazza cerchi di salvaguardare gl'interessi suoi e dei suoi rappresentati, ma in questo caso sotto l'aspetto della rispettabilità si nasconde l'ennesimo tentativo di far sponsorizzare dalle istituzioni un ulteriore indebito arricchimento.
Comunque la FIMI si augura che, "con l'uscita dal Parlamento di tali rappresentanti dell'ideologia anti-imprenditoriale, più volte denunciata da FIMI, tanto da lasciare il Tavolo della Musica, diventato un megafono di teorie bocciate perfino a sinistra, si possa affrontare più serenamente il piano di rilancio del settore, con quei parlamentari, di destra, come di sinistra, che hanno mostrato grande attenzione ai progetti e alla sostanza e non alle ideologie di bassa cucina".
Peccato che fra tanta serenità di giudizio sia incorsa un una piccola svista, proprio in riferimento alla situazione francese; e cioè che il Consiglio di Stato di quella nazione si appresta a ridurre la tassa sui supporti di registrazione vergini (quelli destinati alla cosiddetta "copia privata") perché non è ipotizzabile la tassazione di un supporto sulla base della apodittica previsione che potrebbe essere utilizzato per registrare "anche" copie piratate.
E' quasi certo che un giudizio positivo travolgerà verso il basso i prezzi non solo degli hard disk ma anche tutti quanti i supporti di memorizzazione, dai CD ai telefonini e le schedine di memoria. E già che c'era, avrebbe anche potuto informare il ministro Bondi che il Commissario europeo ai mercati interni Charlie McGreevy, auspica la creazione di un forum dove artisti, industriali del settore, associazioni dei consumatori e altri rappresentanti delle parti interessate si incontrino per discutere dall'impatto prodotto -in base alla negativa esperienza degli USA- dall'accisa sui supporti pretesa dalle major.
"Occorre che le parti si parlino direttamente" afferma McGreevy "perché è necessaria una futura azione armonizzatrice su scala europea". Ma evidentemente alle major musicali, nostrane o no, di tutto questo continua ad importare assai poco.
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