Se passerà la legge Berlusconi che vieta le intercettazioni, ci sarà maggiore privacy ma, ironia della sorte, non sarà più possibile indagare su pirateria e peer to peer.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-06-2008]
Fa molto discutere l'annuncio di Berlusconi che intende presentare un disegno di legge (per un decreto mancherebbe il requisito dell'urgenza) che proibisca definitivamente le intercettazioni giudiziarie, tranne nei casi di criminalità organizzata (mafia, camorra) e terrorismo e pedofilia.
Sarebbero previste pene pesanti per i magistrati che le ordinassero comunque, e per gli organi di informazione che pubblicassero i testi delle intercettazioni finché coperti da segreto giudiziario.
Dall'applicazione di questa legge verrebbero importanti risparmi (oggi le spese per le intercettazioni arrivano al 33% del totale delle spese per la giustizia) che potrebbero dare un po'di respiro ad un'amministrazione della giustizia senza uomini e senza mezzi non solo informatici ma, nemmeno, benzina, carta, stenografi.
Come è noto, Berlusconi e il suo programma elettorale hanno ottenuto un vasto consenso, per cui oggi è legittimato a introdurre queste novità. Risulta però sospetto il fatto che Berlusconi sia diventato un nemico delle intercettazioni (dopo che dal 2001 al 2006, anni del suo governo, ne è stato fatto grande uso) dopo che le intercettazioni fra lui e il dirigente Rai Saccà, a proposito di assunzioni e favori ai senatori per far cadere Prodi, erano andate a finire sui giornali di tutto il mondo.
Dai reati per cui si esclude l'uso delle intercettazioni telefoniche e di email si escludono anche quelli finanziari, tipo aggiottaggio e bancarotta, evasione fiscale, ma anche rapine, sequestri di persona, omicidio e sfruttamento della prostituzione, quando non rientrano in casi di mafia.
Anche reati come la corruzione di politici e burocrati e la concussione sono esclusi (anche se la Lega, importante partner di Berlusconi, non è d'accordo).
Di per sè, nonostante l'opposizione dei magistrati, non sarebbe una legge cattiva, ma semmai andrebbe finalmente verso una auspicabile tutela maggiore della privacy; anche il referendum contro questa legge, che Di Pietro vuole promuovere, troverebbe probabilmente gli italiani sfavorevoli, mentre desiderano una forte limitazione dell'uso delle intercettazioni.
Il problema è che lo stesso Berlusconi vorrebbe dare ai servizi segreti maggiori poteri nell'uso delle intercettazioni. Le intercettazioni, certamente, hanno un ruolo importante nelle attività di investigazione ma non possono sostituire le prove vere e proprie dei reati.
Una cosa è certa: senza la possibilità per la Guardia di Finanza e per la Polizia Postale di predisporre un monitoraggio della navigazione Internet, al fine di individuare che pratica il peer to peer, non sarà possibile individuare gli autori e perseguirli penalmente o amministrativamente.
Sarebbe assurdo che per individuare un omicida non si possano intercettare le comunicazioni elettroniche, mentre si possa mettere sotto controllo la Rete per sapere chi si scarica la copia di un film o di una canzone.
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