L'azienda si riserva il diritto di rimuovere dagli smartphone equipaggiati con la sua piattaforma tutto il software illecito che troverà.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-10-2008]
Quando si scoprì che Apple era in grado di controllare da remoto gli iPhone - e la società stessa fu costretta ad ammetterlo - successe il finimondo, almeno a parole: tutti a chiedersi con quale diritto a Cupertino potessero anche solo pensare di arrogarsi tale prerogativa.
Ora si sa che anche Google ha intenzione di fare qualcosa dello stesso tipo con gli smartphone che montano Android, solo che non c'è nulla da scoprire: è scritto chiaramente nelle condizioni dell'Android Market.
"Google potrebbe scoprire un prodotto che viola l'accordo di distribuzione degli sviluppatori. In questo caso, Google si riserva il diritto di rimuovere da remoto quelle applicazioni dai vostri dispositivi a propria esclusiva discrezione".
In secondo luogo, se caratteristica principale dell'Android Market è la possibilità offerta a tutti di contribuire con le proprie applicazioni, in che modo Google deciderà quali sono le applicazioni legittime?
Gli utenti che all'improvviso vedranno sparire le applicazioni regolarmente acquistate non dovranno rinunciare per sempre anche al denaro sborsato: la magnanima e grande G ha fatto sapere che farà ogni "sforzo ragionevole per riavere dagli sviluppatori originali i soldi spesi per i prodotti" a nome degli acquirenti.
Come funzionerà questo kill switch non è dunque ancora del tutto chiaro, né si capisce a quanto controllo a questo punto gli utenti di G1 e compagni stiano rinunciando.
Google ha preferito lasciare l'Android Market aperto a chiunque senza esercitare un controllo preventivo, come invece ha fatto Apple con iTunes. Ma se queste sono le conseguenze, forse avevano ragione i dirigenti della Mela morsicata.
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