Secondo il Wall Street Journal, Google ambirebbe a una rete superveloce per i propri servizi. Ma da Mountain View arriva la smentita: "Non violeremo la Net Neturality".
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-12-2008]
Molti media, in queste ore, si stanno lanciando ad annunciare la "fine della net neutrality", la neutralità della rete, ossia quella politica per la quale nessun contenuto, in Internet, viene privilegiato.
All'origine di tutto vi è un artcolo del Wall Street Journal che rivela il progetto OpenEdge, ideato da Goole.
Secondo l'articolo, con questa strategia l'azienda di Mountain View vorrebbe stringere alleanze con i principali provider statunitensi, così da avere una sorta di "corsia preferenziale" per la fornitura dei propri servizi, che arriverebbero più velocemente sui Pc degli utenti rispetto alla concorrenza.
Ma come spesso accade, in tutto il polverone sollevato c'è ben poco di vero. Sì, Google è effettivamente in trattative con alcuni provider americani, ma per l'installazione di server che facciano da cache per migliorare i tempi di accesso ai servizi minimizzando il consumo di banda; non, dunque, i server dei vari applicativi o servizi online.
Google non avrebbe poi l'esclusiva: nulla impedirebbe ad altri soggetti di fare la stessa mossa, piazzando anch'essi i propri server presso i provider.
L'utilità di tutto ciò è abbastanza evidente: per esempio, una cache per YouTube eviterebbe la ritrasmissione continua dello stesso video; sistemi analoghi, poi, vengono già usati da altre compagnie.
Se lo fa Google, però, il sospetto è istantaneo: sicuramente vuole avvantaggiarsi nei confronti degli altri, quando magari semplicemente sta migliorando un servizio. Anche perché non sembra che abbia bisogno di corsie preferenziali, visto il successo che sta ottenendo anche presso chi si preoccupa della privacy e poi ne usa i servizi senza battere ciglio.
Né, infine, Barack Obama ha mai alterato le proprie dichiarazioni iniziali sul sostegno alla neutralità della rete.
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