Il file sharing fa bene all'economia

Uno studio dimostra che la condivisione di file non solo non danneggia l'industria culturale ma anzi fa aumentare le vendite del merchandising.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-01-2009]

P2P fa bene all'economia ricerca olandese

Sarà difficile spiegarlo ai protagonisti dell'industria discografica e cinematografica, che piangono per il crollo continuo delle vendite di Cd e Dvd, ma secondo una ricerca olandese la causa delle loro sciagure non è il file sharing. Anzi, il peer to peer ha delle ricadute positive sulla vendita dei prodotti collegati ai contenuti video e a quelli musicali: il merchandising.

Lo studio, condotto per conto del Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero degli Affari Economici dei Paesi Bassi, si è basato sul confronto dei dati statistici già raccolti, sulle intervisti con i "grandi condivisori", su un sondaggio e su una serie di seminari informativi.

Il quadro che ne è emerso non è quello disastroso dipinto da chi gestisce l'industria della cultura; riserva invece alcune sorprese.

La gente scarica perché non ce la fa a comprare tutta la musica che vorrebbe, questo è certo, e la diffusione del file sharing si traduce in un calo complessivo delle vendite di Cd e Dvd; questo calo, però, non è tanto marcato quanto sembrava.

Chi usa il peer to peer - questo emerge dall'indagine - molto spesso decide di acquistare l'album di cui ha scaricato le canzoni, per avere tra le mani un supporto fisico e tutti gli extra come la copertina, il libretto e via dicendo; lo stesso avviene per i film.

Se poi si confrontano gli acquisti di chi scarica con quelli di chi invece non fa uso del file sharing, si scopre che sono i primi a comprare di più, ad andare ai concerti e a collezionare i gadget.

Come se ciò non bastasse, la ricerca olandese ha svelato come le perdite segnalate nella vendita delle registrazioni (video o audio) vengono più che compensate dai guadagni che arrivano dal merchandising e dai concerti. Il saldo, alla fine, risulta positivo.

La tendenza complessiva che emerge dal lungo rapporto (146 pagine) indica chiaramente come i futuri guadagni delle case discografiche e cinematografiche non possano più essere rappresentati dalla vendita di Cd e Dvd (o, peggio ancora, dal noleggio, un'attività ormai praticamente inesistente): occorrerà invece studiare un nuovo modello di business che faccia leva sui "valori aggiunti" mentre le opere in sé diventano disponibili attraverso altri canali.

Un discorso analogo vale per il settore dei videogiochi, definito "stagnante": i produttori devono concentrarsi sui vantaggi che deve portare con sé il possesso di un gioco originale.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 17)

E' vero, siamo nel periodo storico che chiamerei di "produzione di massa" :shock: in cui c'è veramente un'infinità di robaccia in giro e poche cose di qualità :!:. Oramai la qualità è una pura utopia e verificare i prodotti prima dell'acquisto non è poi un'idea tanto aliena :-k, a patto che poi se piace li si acquistino... Leggi tutto
28-5-2009 10:56

ESATTO !! le case discografiche e la famosa SIAE, quest'ultima è stata istituita proprio per difendere i diritti degli autori stessi, si fregano i 3/4 degli introiti. Sulle vendite di gadget invece non guadagnano niente, per cui.... ...la guerra continua. Leggi tutto
16-2-2009 08:57

Pardon ho notato solo dopo che era già citato chi ha commissionato la ricerca: "Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero degli Affari Economici dei Paesi Bassi"... :) Leggi tutto
12-2-2009 18:38

Si', la fonte è Zeus News
12-2-2009 18:15

..Si può sapere la fonte di questa notizia? Cioè quale istituto ha condotto questa ricerca? E' disponibile su Internet? Vorrei proporre questa ricerca sul forum antipirateria del governo... Leggi tutto
12-2-2009 18:04

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