Vittima di omicidio ''parla'' al killer in tribunale grazie alla IA



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-05-2025]

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L'avatar di Christopher Pelkey creato dalla IA (Immagine: Fox 10).

Con il diffondersi delle intelligenze artificiali, in questi anni stiamo assistendo a tutta una serie di "prime volte". L'ultima della serie riguarda quanto accaduto in Arizona, dove l'intelligenza artificiale è stata utilizzata per creare una dichiarazione d'impatto della vittima (victim impact statement) per conto di una persona deceduta.

La vicenda riguarda il caso di Christopher Pelkey, un veterano dell'esercito di 37 anni, che è stato ucciso nel 2021 a Chandler (Arizona, USA) da Gabriel Horcasitas durante un episodio di rabbia stradale. Lo scorso mese, grazie a una ricostruzione digitale basata sull'AI, Pelkey ha "parlato" in tribunale, rivolgendosi direttamente al suo assassino in un momento che ha immediatamente acceso un dibattito etico.

La ricostruzione digitale di Pelkey è stata realizzata utilizzando un modello AI che ha combinato le informazioni sulla sua voce, estratte da vecchie registrazioni, e un'analisi del suo modo di parlare basata su messaggi e post sui social media.

La dichiarazione, proiettata in aula su uno schermo durante l'udienza di condanna di Horcasitas (cui è stata inflitta una pena di 10 anni e mezzo di reclusione), non è stata generata dalla IA ma scritta dalla sorella della vittima.

La versione virtuale di Pelkey si è rivolta direttamente al suo assassino: «A Gabriel Horositas, l'uomo che mi ha sparato, dico che è un peccato che ci siamo incontrati in quel giorno e in quelle circostanze. In un'altra vita, probabilmente saremmo potuti essere amici». Queste le sue parole, secondo quanto riportato da The Guardian.

La dichiarazione d'impatto della vittima può essere pronunciata anche nel caso in cui questa sia deceduta a seguito del crimine; in questo caso ovviamente viene preparata e letta da un familiare o un rappresentante.

La particolarità di questo caso sta nel fatto che essa è stata creata con l'aiuto di esperti di tecnologia legale, che hanno lavorato con la famiglia per garantire che il messaggio riflettesse i valori e la personalità di Pelkey.

Le reazioni, come si può immaginare, sono state contrastanti. Il comitato della Corte Suprema dell'Arizona incaricato di valutare l'uso della IA nei tribunali ha difeso la pratica, affermando che «il valore di questa pratica ha superato l'effetto pregiudizievole».

D'altro canto, molti critici nel web si sono espressi definendo l'uso della IA inquietante, dando voce a una precisa preoccupazione: una pratica del genere, se dovesse prendere piede, potrebbe essere usata e abusata per manipolare emotivamente giudici e giurie.

«Credo nel perdono e in un Dio che perdona» ha dichiarato in tribunale il simulacro di Pelkey. «L'ho sempre creduto e lo credo ancora».

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 7)

Direi che le probabilità che ciò posso accadere sono decisamente alte dal momento che il metodo è stato accettato nel primo procedimento in cui è stato utilizzato. Leggi tutto
13-5-2025 18:43

La notizia è che un istituto giuridico che prevedeva di presentare ed esporre in aula una particolare memoria post mortem di una vittima realizzata dai familiari, invece che essere letta d un familiare è stata eseguita da una ricostruzione effettuata dalla IA basandosi sui comportamenti e sugli scritti della vittima, e un testo che per... Leggi tutto
11-5-2025 20:42

Ma che è 'sta cafonata...
9-5-2025 11:50

Prossimo passo: dare la parola a chi è stato giustiziato sulla Old Sparky... :twisted:
9-5-2025 10:55

{adele}
Panta rei, non c'è niente di buono o di cattivo, in un'ottica larga, ci sono solo cambiamenti adeguati alla società e al tempo in cui ci si trova. Le nuove generazioni troveranno poco di strano in quello che vedranno, perché da bambini non c'è critica, ma solo assorbimento vorace di ciò... Leggi tutto
9-5-2025 09:36

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