La Commissione imporrà a chi acquista un computere nuovo di dichiarare il proprio browser preferito per evitare situazioni di monopolio. Così sostiene Microsoft, che si sta preparando a pagare una multa salata.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-01-2009]
L'accusa rivolta dall'Unione Europea a Microsoft (su istigazione di Opera) circa l'abuso di posizione dominante per mezzo di Internet Explorer rischia di trasformarsi in una vicenda contorta che alla fine porterà solo maggior confusione agli utenti.
Microsoft ha fatto sapere che la Commissione sta pensando di obbligare gli utenti a scegliere un browser quando comprano un computer nuovo. In pratica ogni venditore, ricevendo l'ordine, dovrebbe chiedere all'utente quale software desideri e installarlo.
In questo modo - e con una multa "significativa" che Redmond già si aspetta - si porrebbe subito rimedio all'abuso emerso dall'indagine preliminare, ma la cosa potrebbe non fermarsi qui.
L'azienda di Redmond dovrebbre poi eliminare "del non meglio specificato codice di Internet Explorer" per evitare che IE si presenti come browser predefinito anche qualora gli utenti abbiano scelto altro.
Questa decisione porterebbe a conseguenze interessanti. Se Internet Explorer non deve più farsi vedere nemmeno per sbaglio - una volta che è stato coscientemente rifiutato - occorrerà per esempio ripensare Windows Update, che non va molto d'accordo con Firefox, Opera e compagni.
Oppure Microsoft potrebbe creare - qualora prevalga la linea dura in Europa, i cui occhi sensibili si feriscono nel vedere Windows con IE preinstallato - un wizard che permetta di installare e scaricare un browser qualsiasi, allo stesso modo in cui funzionano i vari gestori di pacchetti per Linux. Anche perché, se si leva Internet Explorer da Windows, come si fa a scaricare un browser?
In ogni caso, sia che il compito di fornire le alternative venga assegnato agli Oem sia che debba pensarci Microsoft, resta il problema di come decidere quali browser includere nella lista da sottoporre all'utente.
Firefox, Opera, Safari (sulla cui onnipresenza in Os X ci sarebbe da discutere se solo Apple avesse una posizione dominante di cui abusare) sembrano scelte ovvie, ma esistono anche altri programmi minoritari che in teoria avrebbero gli stessi diritti di essere inclusi.
Gli effetti di tutta questa discussione rischiano soltanto di complicare la vita agli utenti, cui generalmente basta puntare Internet Explorer su mozilla.com, scaricare Firefox e dimenticarsi l'intera faccenda.
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Dangerotto