Prima un'operatrice, da sempre brava nel suo lavoro e dolce mamma di famiglia, con il marito disoccupato dopo un incidente che lo aveva lasciato in coma per mesi, va all'ufficio personale a reclamare lo stipendio che non vede da luglio. Ci va con un coltello, ma dichiarando che non vuole fare del male a nessuno, solo qualche soldo per pagare bollette e latte per la sua neonata.

Poi un operatore minaccia con un coltello un sindacalista: tutti e due sospesi. Adesso due guardie armate vigilano davanti al call center Phonemedia di Novara, la terza fabbrica della città dopo Comune e ospedale.

Per pagare le guardie i soldi ci sono, ma non per pagare gli stipendi. I 6.000 lavoratori di Phonemedia, con sedi in tutta Italia, non ricevono retribuzioni da fine luglio.

Omega non paga gli stipendi nemmeno ai 2.000 lavoratori dell'ex informatica Eutelia, gli stessi che a Napoli hanno preso in ostaggio, per un giorno, i manager venuti a visitare la sede, che non hanno potuto dare garanzie proprio sul pagamento degli stipendi arretrati.

I lavoratori e i sindacati temono anche che Eutelia fallisca e non eroghi i circa 50 milioni di TFR che deve ai lavoratori dell'informatica ceduti a Omega. Intanto Eutelia It (oggi Agile) il 23 ottobre ha messo in mobilità i suoi duemila dipendenti.

Il timore è che il gruppo inglese Omega voglia applicare le norme inglesi per i lavoratori di Phonemedia e di Eutelia IT, norme molto meno favorevoli in tema di licenziamenti e ammortizzatori sociali.

La Nortel aveva cercato di fare allo stesso modo, alcune settimane fa, ma è stata fermata dalla magistratura italiana.