Chi è affetto da Internet Addiction Disorder non sa più fare a meno di social network, chat o giochi online. Al Policlinico Gemelli aiutano a uscirne.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-11-2009]
Si chiama Internet Addiction Disorder (Disturbo di Dipendenza da Internet) e riguarda tutte quelle persone che si trovano in uno stato patologico di dipendenza dalla Rete.
Non si tratta di una sindrome nuova: già nel 1995 lo psichiatra americano Ivan Goldberg aveva indicato i sette principali sintomi caratteristici di chi ne è affetto.
Goldberg elencava: il bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione; la marcata riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet; lo sviluppo, dopo diminuzione o sospensione dell'uso della Rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line.
A tutto ciò è possibile associare altre caratteristiche, come la perdita delle relazioni interpersonali, modificazioni dell'umore, deprivazione del sonno, alterazione del vissuto temporale e problemi fisici di varia natura (mal di schiena, affaticamento oculare, sindrome del tunnel carpale).
I "drogati di Internet" - spiega lo psichiatra Federico Tonioni - "mostrano sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da tossicomani in crisi di astinenza".
E dato che, come per i tossicomani, è pressoché impossibile uscire dal tunnel autonomamente, ecco che il Policlinico Gemelli di Roma inaugura un ambulatorio specificamente dedicato all'Internet Addiction Disorder.
Aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30 (occorre prenotare telefonicamente contattando i numeri 0630154332 o 0630154122) e coordinato dal dottor Tonioni, l'ambulatorio segue un protocollo di intervento strutturato in tre passi.
Il primo è un colloquio iniziale per confermare o meno la diagnosi di dipendenza.
Seguono poi degli incontri atti a individuare la psicopatologia sottostante, eventualmente contenuta con un'appropriata terapia farmacologia.
Infine si passa all'inserimento progressivo in gruppi di riabilitazione, al fine di "riattivare" un contatto "dal vivo" con gli altri e di conseguenza esperienze autentiche di condivisione, senso del limite, capacita di attesa e comunicazione non verbale.
Secondo le stime, le persone potenzialmente affette da questo disturbo non sono poche: circa il 10% degli utenti di Facebook (vale a dire circa 30 milioni di persone), per esempio, potrebbe diventarne dipendente. Chi è colpito dallo Iad può rientrare in uno dei cinque sottotipi indicati da Tonioni.
C'è la cyber-sexual addiction (dipendenza da sesso virtuale e pornografia), la cyber-relational addiction (social network), la net-compulsion (gioco d'azzardo, shopping e commercio on-line), l'information overload (ricerca ossessiva di informazioni) e la computer addiction (coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali o di ruolo).
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