I dipendenti licenziati dal gruppo italiano ICT mandato in bancarotta fraudolenta raccontano la storia del loro ''tempo senza lavoro''.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-07-2013]
Qualche anno fa aveva fatto il giro del mondo il video in cui l'amministratore delegato di Agile (ex Eutelia, già Getronics-Olivetti), Samuele Landi, faceva irruzione nell’azienda, occupata dai lavoratori che non venivano pagati da più di tre mesi, con uno squadrone di vigilantes che si spacciavano per poliziotti e minacciavano con armi improprie i lavoratori.
Oggi Landi è latitante ad Abu Dhabi, inseguito da un mandato di cattura della magistratura italiana per bancarotta fraudolenta.
I suoi dipendenti invece, senza più lavoro e senza liquidazione, sono rimasti in Italia. Ora esce il loro libro, edito da Feltrinelli e curato da Massimo Cirri, uno degli autori della rubrica radiofonica Caterpillar.
Il titolo è Il tempo senza lavoro e il prezzo è di 13 euro.
Si tratta della storia di un'azienda? In parte sì: nei racconti personali, nati come esercitazioni di un corso di scrittura, c'è anche la storia di quella che fu una grande azienda italiana ai tempi del miracolo economico.
Era l'azienda di Adriano Olivetti e dell'ingegnere Mario Tchou, poi passata alla Bull e poi fatta fallire nonostante commesse importanti nel campo dell'ICT per Polizia e ministero della Difesa.
Ma soprattutto si tratta delle storie di chi aveva un lavoro - importante, ben pagato, gratificante - nel campo dell'ICT e poi ha perso ciò che il lavoro significa: non solo un reddito o un ruolo ma un'identità, il tempo, la vita.
Fra i racconti emerge quello emblematico di Paola Fontana, con al suo interno un Elenco delle cose brutte che questa storia lavorativa mi ha portato:
«Tre anni di agonia lavorativa.
Il senso di tradimento degli amici che si sono salvati il culo.
Non avere più il mio stipendio.
La fine del lavoro.
Il timore di non essere più capace.
La perdita di controllo.
La frustrazione di stare a casa.
La rabbia che si scarica dove non dovrebbe.
Dieci chili di troppo».
Ma c'è anche un elenco di cose belle, tra cui alcune cui non si penserebbe, come «La Fiom. L'arresto dei manager. La rabbia che fa reagire».
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