The Pirate Bay, pronto tour mondiale di 70 Paesi

Dopo Guyana e Perù, i pirati tornano in Svezia. Pronta lista di alternative per sfuggire alle associazioni antipirateria.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-12-2013]

thepiratebay guyana

È periodo di grandi spostamenti per The Pirate Bay: tutto è iniziato quando, dopo aver dovuto abbandonare nella scorsa settimana i domini facenti capo a Saint Martin e all'Isola dell'Ascensione, è giunto il momento di abbandonare anche il Perù.

La Baia dei Pirati aveva adottato il TLD del Paese sudamericano dopo che le pressioni della BREIN, associazione olandese antipirateria, l'aveva costretta a fare a meno di quelli usati fino a poco fa.

A quanto pare, tuttavia, anche il Perù non è stato contento della presenza del popolare tracker e ha intimato lo sfratto (senza fornire alcun preavviso).

Dal punto di vista di The Pirate Bay, la seccatura è stata minima: è stato subito attivato l'indirizzo thepiratebay.gy che fa capo alla Guyana.

I problemi non sono però finiti qui: nemmeno la Guyana ha visto con favore la presenza dei pirati, e così alla fine la Baia è tornata al dominio svedese, raggiungibile (al netto dei blocchi imposti dai provider) all'indirizzo thepiratebay.se. Ciò non significa che il ballo dei domini sia concluso: anche quello svedese è naturalmente a rischio censura.

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Il lato interessante di tutto questo movimento è che, per ogni dominio che viene bloccato senza preavviso, è sempre già pronto un piano di riserva: «Ci restano ancora 70 nomi a dominio» - ha spiegato una fonte interna a The Pirate Bay al sito TorrentFreak - «quindi prima o poi ne troveremo uno dove potremo restare».

Tutti questi trasferimenti hanno fatto perdere al sito, negli ultimi giorni, il 15% del traffico, ma si tratta probabilmente soltanto di un calo temporaneo: il tempo per gli utenti di capire dove sia andata a finire la Baia questa volta.

Peraltro, i mezzi per accedere non mancano, a partire dall'utilizzo dei proxy fino al reindirizzamento automatico che lo storico dominio .org opera verso l'indirizzo al momento attivo (a patto che non sia bloccati dai provider come accade in certi Paesi, tra cui il nostro).

Inoltre, com'è ormai noto, il piano a lungo termine di The Pirate Bay prevede l'abbandono dell'indirizzo a favore di un sistema integrato nei browser, che permetta di effettuare ricerche e condividere materiale direttamente da Firefox o Chrome.

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Commenti all'articolo (1)

O.K. Attendiamo la soluzione definitiva.
26-12-2013 11:16

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