[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-05-2019]
Le misure prese dagli Stati Uniti contro Huawei hanno portato Google a impedire l'accesso alle caratteristiche e funzionalità proprietarie della piattaforma Android e ciò è ancora comprensibile, dato che Google è un'azienda americana.
Meno comprensibile ma sicuramente preoccupante per Huawei è il fatto che ARM ha deciso di comportarsi allo stesso modo: pur avendo sede nel Regno Unito, ha fatto sapere che la restrizione sulle esportazioni deciso dagli USA comporta la cessazione della collaborazione con l'azienda cinese.
ARM spiega la decisione affermando che i propri prodotti (proprietà intellettuali che concede in licenza) contengono «tecnologia di origine statunitense», e pertanto l'azienda deve adeguarsi a quanto deciso oltre oceano: Huawei non avrà più accesso a quella tecnologia.
Va da sé che ciò mette in serio imbarazzo HiSilicon, la divisione hardware di Huawei, che proprio sulla tecnologia di ARM basa i progetti dei propri chip (come i noti SoC Kirin): da oggi potrà continuare ad adoperare le proprietà intellettuali che già ha in licenza, ma non potrà otterner di nuove.
Il destino dell'imminente Kirin 985 non dovrebbe quindi venir intaccato da questa decisione, dato che lo sviluppo è praticamente concluso; tuttavia si pongono importanti interrogativi per il futuro.
Acquisti online: perché no? | ||
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Huawei non potrà semplicemente decidere di servirsi di Qualcomm (che è americana), mentre potrebbe rivolgersi a Samsung (coreana) e MediaTek (taiwanese), sempre che anche queste due aziende non trovino il modo e la volontà di seguire la collega britannica.
Intanto, dal punto di vista degli utenti molti si sono già posti il problema di quanto buona sia l'idea di continuare a tenersi in tasca uno smartphone Huawei, nonostante Google stessa abbia affermato che il funzionamento dei dispositivi già in circolazione non subirà effetti negativi.
Reuters riporta infatti che diverse persone in possesso di prodotti Huawei hanno iniziato a cercare acquirenti per i loro dispositivi, mentre in Asia alcuni rivenditori hanno già preso a rifiutare l'acquisto di prodotti Huawei usati.
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