Se si rinuncia alla privacy il pagamento avviene in soli cinque secondi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-10-2021]
Nell'Ayrshire settentrionale, in Scozia, ci sono nove scuole che già da qualche tempo hanno abbracciato in maniera entusiastica l'identificazione biometrica degli studenti.
Per anni essi, durante la pausa pranzo, per pagare il pasto preparato dalla mensa non devono fare altro che appoggiare il dito su un lettore di impronte digitali: il costo viene così addebitato sul conto.
Poi è arrivata la Covid-19, e la necessità di minimizzare i contatti ha spinto quelle stesse scuole a cambiare metodo: c'è voluto un po' di tempo per organizzare il sistema, ma da oggi quelle nove scuole hanno sostituito la lettura delle impronte con il riconoscimento facciale.
«È il modo più veloce per riconoscere qualcuno alla cassa: è più veloce di una tessera, è più veloce dell'impronta digitale» commenta David Swanston, dirigente dell'azienda che ha installato il nuovo sistema, sottolineando quello che per le scuole è un ulteriore vantaggio della transizione.
«In una scuola secondaria ci sono a disposizione circa 25 minuti per servire qualcosa come 1.000 studenti» continua Swanston. «Abbiamo quindi bisogno che la cassa sia rapida». Con il riconoscimento facciale, ogni studente impiega appena cinque secondi per completare il pagamento.
Da queste parole sembra tutto molto bello ed efficiente, ma chi ha a cuore la privacy teme che tutto ciò si traduca in un modo per normalizzare i controlli biometrici, fenomeno che porterà a una loro adozione generalizzata e, su un periodo più o meno lungo, a una loro diffusione in pressoché qualsiasi ambiente.
«Si stanno normalizzando i controlli biometrici dell'identità per qualcosa di banale» commenta Silkie Carlo, di Big Brother Watch. «Non c'è bisogno di adottare tecnologie da aeroporto per far pranzare dei bambini».
Alle critiche David Swanston risponde che le videocamere non conducono un riconoscimento facciale attivo, tenendo sotto controllo tutti i presenti e identificandoli, ma si limitano a riconoscere chi volontariamente pone il proprio volto davanti all'obiettivo per completare il pagamento, confrontando i lineamenti con il modello crittografato presente sui server della scuola.
Le preoccupazioni dei difensori della privacy sarebbero quindi - a detta dell'installatore del sistema - del tutto immotivate, poiché non ci sarebbero punti in comune tra quanto utilizzato dalle scuole e il paventato sistema di sorveglianza generalizzato.
L'idea sembra peraltro piacere: già 65 scuole hanno espresso il proprio interesse, e il 97% degli studenti dell'Ayrshire Settentrionale ha dato il proprio consenso (personalmente o tramite i genitori) all'utilizzo del riconoscimento facciale.
Il motivo di tale, vasta adesione sarebbe la comodità, soprattutto rispetto ai sistemi in cui è richiesto di inserire un PIN per confermare il pagamento: «Gli studenti lo dimenticano spesso, e purtroppo ci sono stati casi di furti di PIN» ha dichiarato il North Ayrshire Council.
Il dibattito circa le possibili conseguenze negative per la privacy è tuttora in corso ed è acceso, anche perché si tratta di raccogliere i dati biometrici di minori, ma la tendenza sembra chiara: quasi tutti sono disposti a sacrificare la propria riservatezza in cambio di una maggiore comodità.
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