Telecom smentisce, ma l'ipotesi lanciata dal quotidiano Libero ha forse motivi di fondamento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-06-2009]
Monta sempre più la contestazione dentro e fuori Telecom Italia nei confronti di Franco Bernabè, che forse intenderebbe presentare un nuovo piano industriale entro i prossimi mesi.
Non che il "vecchio" piano non costasse lacrime e sangue: trasformazione pressoché completa di Telecom per adeguarsi alle nuove esigenze TLC, incremento dei licenziamenti entro il 2010 sino a complessivi 9000 dipendenti, dismissione di vari rami di secondaria importanza; il tutto spalmato della solita salsa degli interventi governativi, come sottolineava Francesco Caio qualche giorno addietro durante l'intervento alla Commissione Trasporti e Lavori Pubblici alla Camera e al Senato.
L'intervento governativo sarebbe giustificato, secondo il dotto relatore, dalla circostanza che l'ex monopolista, essendo impegnata in una epocale opera di risanamento dei debiti pregressi, "non poteva essere lasciata sola" in quanto "nessuna azienda può fare un passo più lungo della gamba, specie se al buio".
In quest'ottica, stupisce un poco l'emissione proprio in questi giorni di un prestito obbligazionario per complessivi 2 miliardi di dollari a rimborso in parte quinquennale e in parte decennale; anche se controllato e approvato da parte dei severi organismi governativi d'oltre oceano, mal si comprende come qui si invochino le garanzie pubbliche e ci vogliano i licenziamenti per risanare i debiti antichi, mentre con l'altra mano se ne fanno dei nuovi e pure a elevati ratei di interesse.
D'altra parte, occorrono forse parecchi master in alta finanza per destreggiarsi tra simili inezie; e si può anche sostenere che Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, abbia in capo eccessive ubbìe in ordine alla partecipazione azionaria del suo gruppo e che anche la nuova flessione del titolo in borsa faccia parte delle normali oscillazioni del mercato.
Resta il fatto che le notizie riportate dal quotidiano Libero non appaiono destituite di fondamento, indipendentemente dalle smentite provenienti da Telecom; anche perché il successore parrebbe essere quel Luigi Gubitosi che in pochi anni ha portato Wind all'affermazione in campo non solo europeo.
Infatti, come si ricorderà, il manager di Wind anni addietro fu l'unico a esprimere solidarietà alla Commissiaria europea Viviane Reding circa l'esigenza di una regolamentazione asimmetrica delle tariffe di terminazione, contro lo strapotere dei principali concorrenti. Sarebbe interessante verificare il mantenimento delle proposte di allora (anno 2007), se veramente passasse alla guida di Telecom.
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