La Commissione Europea abbandona il software libero?

Pubblicato il documento finale sull'interoperabilità. Eliminati i riferimenti all'open source a favore dei software proprietari.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-05-2010]

Digital Agenda Europe interoperabilità standard

Il 19 maggio la Commissione Europea ha pubblicato l'agenda dei propri "lavori digitali" e indicati gli obiettivi che si prefigge, tra cui spicca la volontà di "migliorare la normalizzazione e l'interoperabilità nel campo delle telecomunicazioni e l'Internet".

Belle parole, a cui però non sono seguiti esempi concreti; per esempio nel documento finale sono spariti tutti i riferimenti agli standard aperti e all'innovazione, mentre s'insinua il sospetto di una possibile influenza sulla Commissione da parte dei produttori d'oltre oceano di software proprietario.

Alle reazioni morbide di alcuni si contrappongono quelle ben più veementi di alcune associazioni di consumatori che senza mezzi termini tacciano di oscurantismo la Commissione, accusata di aver rigettato trasparenza, apertura e concorrenzialità a favore dei soliti monopolisti.

L'apertura del Commissario Neelie Kroes sembra aver poi avuto ben poco seguito: l'Agenda Digitale pare aver rinunziato a promuovere una società ITC europea aperta, competitiva e innovativa, sacrificandola agli interessi delle lobby dei programmi proprietari.

Il Conseil National du Logiciel Libre (CNLL) a sua volta spara ad alzo zero denunciando un cambiamento di rotta della Commissione che "non servirà alle imprese, né alla pubblica amministrazione né ai cittadini" costituendo invece una testimonianza palpabile della sempre maggiore permeabilità delle istituzioni europee agli interessi delle multinazionali.

Locuzioni come "standard aperti", presenti nelle bozze preliminari, sono sparite nel documento finale, e persino "standard" come concetto isolato non si riscontra che del tutto marginalmente; insomma - lamenta ancora il CNLL - nell'elaborazione del documento finale è stato completamente accantonato qualsiasi desiderio di trasparenza.

Parole gravi, specialmente in un momento di crisi economica e monetaria in cui si renderebbe necessario favorire con ogni mezzo il risparmio delle amministrazioni pubbliche e gli investimenti delle imprese, evitando le penalizzazioni più o meno rilevanti imposte dai software proprietari che, oltre ai costi di acquisto, pretendono poi ulteriori spese di manutenzione ed aggiornamento, spesso assai superiori al costo stesso del software.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (3)

Nulla di nuovo sotto il sole Leggi tutto
1-6-2010 00:09

{free4ever}
Scusa? Non ho afferrato il discorso...Cmq le lobby del software spingono le organizzazioni internazionali a chiudere un occhio sui loro abusi.Dobbiamo guardarci le spalle o presto potremmo rimanere senza libertà
29-5-2010 22:01

{Eustorgio}
E noi paghiamo... e in periofo di crisi, anche di più. Ma anche le aziende di software, pagano... probabilmente.
28-5-2010 13:36

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