Intrusione nei videoregistratori digitali

Non ancora molto diffusi in Italia, i videoregistratori digitali permettono di registrare su hard disk i programmi televisivi preferiti. Ma cosa succede se vengono istruiti a registrare programmi senza il nostro consenso? In Inghilterra il primo caso di "spam television", firmato BBC.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-06-2002]

Mi hanno sempre affascinato i videoregistratori digitali, quelli che al posto della videocassetta usano un disco rigido: fermo immagine perfetto, registra intanto che legge un'altra registrazione, avanti veloce fulmineo, niente da riavvolgere nè testine da pulire, decine di ore di autonomia... Una pacchia. Uno dei più promettenti di questi apparecchi, il TiVo, ha però rivelato in Inghilterra il suo lato oscuro.

Questi videoregistratori (denominati Personal Video Recorder o PVR) sono particolarmente intelligenti: si collegano alla linea telefonica e scaricano periodicamente via modem la guida dei programmi, per cui è sufficiente dire loro "registrami tutte le puntate di Star Trek" e il PVR provvede a cercarle nella guida e le registra su qualunque canale vengano trasmesse.

Immaginatevi la sorpresa degli utenti inglesi del TiVo, che alcuni giorni fa (24 maggio 2002), come racconta The Register, si sono trovati sui propri PVR un programma della BBC (una sitcom di nome Dossa and Joe) che non avevano chiesto. Quando hanno tentato di cancellarlo, si sono accorti di non poterlo fare senza attendere una settimana.

Come si permette la BBC di entrare nelle case degli utenti e di imporre loro una registrazione? Semplice: fa parte del contratto e del software del TiVo. Nel tentativo di trovare nuovi metodi per far soldi, TiVo ha infatti dotato i propri apparecchi di una funzione, denominata Advanced Content, che permette agli sponsor di registrare sui PVR degli utenti pubblicità, videoclip e telefilm che desiderano invitarli a vedere. TiVo dice che la funzione non interferisce con il funzionamento dell'apparecchio, dato che i programmi sponsorizzati vengono registrati in una porzione riservata del disco rigido e soltanto se l'utente non sta registrando o guardando altri programmi.

L'idea però non è piaciuta affatto a chi ha comperato un apparecchio e in quanto proprietario si sente in pieno diritto di decidere cosa farne e cosa registrarvi sopra. C'è addirittura chi ha battezzato l'iniziativa spam television (TiVo la chiama invece advertainment). Certo non è obbligatorio guardare i programmi infilati surrettiziamente nel proprio PVR, ma comunque rimane il principio inquietante di non essere più padroni di ciò che si compra.

Lo stesso sistema è stato usato anche in USA, dove gli utenti TiVo si sono trovati preregistrato un video promozionale di Sheryl Crow insieme a due spot pubblicitari della Best Buy.

C'è di peggio: negli USA TiVo prevede di combinare i dati del censimento con le informazioni personali fornite dagli utenti per inviare pubblicità mirata, sulla base del luogo geografico, dell'età, del reddito e dello stile di vita.

E così l'erosione della nostra libertà continua. Inesorabile.

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Paolo Attivissimo

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