Da ieri è on line il sito dedicato alla difesa della donna di Cogne accusata di aver assassinato il proprio bambino.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-09-2002]
Le mamme che uccidono i bambini sembrano essere diventate una moda. Ogni giorno ai notiziari e ai Tg si aggiungono notizie: chi li butta giù dal balcone o chi li annega, inventandosi favole. L'idea della maternità in Italia si rifà ormai a un prototipo di mamma disgraziata e snaturata, il che può dare origine nel tempo a una sorta di psicosi collettiva. I mezzi di comunicazione giocano un ruolo fondamentale in tutto questo.
E' on line il sito dedicato ad Annamaria Franzoni. Prima o poi ci saremmo arrivati. Il comitato che ha costruito i contenuti si presenta in prima pagina come l'unico riconosciuto dalla famiglia Lorenzi-Franzoni. Un comitato di amici. All'interno si può accedere a diversi tipi di informazioni: le lettere inviate ad Annamaria, il testo completo della perizia psichiatrica, la possibilità di aderire al comitato.
Che valore ha usare Internet per diffondere un evento che così tanto ha scosso l'opinione pubblica? Ci sono miliardi di pagine web, chi parla di calcio, chi fa le classifiche sul sedere più bello, chi diffonde le vicissitudini (tristi) di un evento di cronaca nera: una madre accusata di aver ucciso il proprio figlio.
Con Internet è come se fossimo tutti riuniti in un salotto, siamo tutti presenti. Siamo lontani ma nello stesso tempo sentiamo il respiro del vicino sul collo, sentiamo il suo gemere doloroso. Forse potremmo risparmiarcelo e riflettere sul significato delle parole comunicazione, informazione, umanità... forse potremmo amarci di più.
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