Censura della stampa, pubblicità del processo e discepoli di Gesù

Il Vaticano e le intercettazioni (2)



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-05-2012]

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Il Vaticano e le intercettazioni

Il contenuto delle intercettazioni viene sistematicamente "messo in piazza" a causa di un articolo della Costituzione della Repubblica Italiana, il numero 21: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure."

Oltre a questo, in tutti i paesi democratici vige il principio della "pubblicità del processo" e dei suoi atti. Questo principio serve a garantire che non si tengano processi segreti, all'interno di tribunali speciali, come avveniva durante il fascismo. In altri termini, è un principio che è stato adottato a garanzia dell'imputato (non per sputtanarlo).

Il principio della pubblicità del processo è ripreso anche dal nostro codice di procedura penale, agli articoli 471 e 477. Solo gli stati non democratici ignorano questo principio (non ho idea di come funzioni la cosa all'interno della Città del Vaticano che, come è noto, è una monarchia assoluta).

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Sandro Magister afferma anche: "Una pratica" - quella della pubblicazione delle intercettazioni, NdR - "che se applicata anche a dirigenti di Chiesa, come la si applica contro l'uno o l'altro personaggio pubblico, avrebbe effetti devastanti nel senso pieno della parola. Ne sono prova le continue fughe di documenti vaticani, la cui divulgazione risponde alla medesima assenza di rispetto della sfera privata."

A quanto pare, quindi, sarebbe meglio il silenzio. Il problema non sarebbe il crimine che viene compiuto e perseguito dalla Magistratura ma la pubblicazione sui media delle intercettazioni e degli atti processuali che lo documentano, esattamente come sostiene da sempre Silvio Berlusconi.

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Per fortuna, c'è (all'interno della Chiesa) anche chi la pensa in altro modo, come Monsignor Mariano Crociata(citato da Sandro Magister nel suo articolo): "Accanto alla rilevata separazione tra sfera privata e pubblica e tra i rispettivi parametri etici, si assiste oggi a un fenomeno opposto, quello di una crescente porosità tra queste due sfere".

"Sempre più il privato diventa pubblico, come risulta evidente nel caso delle intercettazioni telefoniche e della loro diffusione, negli scandali legati alla sfera affettiva e intima, nella comunicazione dei propri sentimenti su mezzi di comunicazione di massa, nella condivisione di video che riportano la propria vita privata".

"Di questa novità che ci sta davanti, di cui comprendiamo solo in parte la portata, è doveroso percepire le opportunità positive, oltre a denunciarne gli squilibri."

Non resta che sperare che, almeno tra i discepoli di Gesù, prevalga il buon senso.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 14)

Concordo, ma poi apparirebbero frasi senza senso, poi bisognerebbe fare una selezione attenta su montagne di nastri che sarebbe apocalittica. :roll: Teniamo conto che poi molte conversazioni intercettate si avvalgono di mezzi illegali (come alcune telefonate fatte con cellulari illegali per il caso Berlusca) quindi non esiste nessuna... Leggi tutto
25-5-2012 20:14

appunto, e andrebbero selettivamente mantenute solo le frasi utili all'indagine e non quello che ci sta in mezzo.
25-5-2012 19:58

Infatti sono pubblicabili solo queste! Ma al telefono si parla di tutto e mischiate al "passami la bustarella" o "arriva la droga" ecc.. Trovi anche "mi piace essere sculacciato" e simili... Questa è manna per il gossip. Di solito le intercettazioni sono fatte sui telefoni intestati ad altri o non... Leggi tutto
23-5-2012 21:42

comunque in generale, dovrebbero pubblicare solo le intercettazioni relative da un punto di vista giudiziario, poi se all'imputato piace farsi sculacciare a testa in giù, glie lo lasciamo fare xD
22-5-2012 09:15

Giustissimo! Infatti un processo è l'unica sede in cui si può parlare pubblicamente di fatti privati, perché lì c'è il sospetto di un reato, cioè di un comportamento lesivo verso altre persone o verso la collettività. E questo è l'unico caso in cui non si può più invocare la tutela della privacy. Come si vede, quando l'intento è... Leggi tutto
13-5-2012 09:18

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