Gli operatori europei chiedono che Facebook, Google e Apple paghino per la banda che consumano. Una tassa da ribaltare sugli utenti?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-06-2012]
Si sta svolgendo tutto in gran segreto all'interno dell'ITU, l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, agenzia delle Nazioni Unite, e se ne ha notizia soltanto perché sono trapelati alcuni documenti.
L'ETNO, l'associazione degli operatori europei (di cui fa parte anche Telecom Italia), ha proposto all'ITU di imporre ai fornitori di servizi web che distribuiscono grandi quantità di contenuti - come Facebook, Google, Netflix, Apple e via di seguito - di pagare una sorta di tassa per l'offerta dei propri servizi al di fuori degli Stati Uniti.
La pietra di paragone in base alla quale questa proposta è stata stilata è costituita dalle telefonate: quando si chiama all'estero è il gestore della rete del destinatario che stabilisce la tariffa al minuto.
Allo stesso modo, la banda utilizzata dai contenuti che dai server americani finiscono su computer italiani dovrebbe - nelle intenzioni dell'ETNO - essere pagata in base a tariffe definite in Europa: tale "tassa" servirebbe a coprire il costo per lo sfruttamento delle infrastrutture al di fuori degli USA e a finanziare lo sviluppo di reti nuove.
Secondo Robert Pepper, vicepresidente di Cisco, una realtà del genere spingerebbe i fornitori di servizi Internet con base negli USA a rifiutare le connessioni provenienti dai Paesi in via di sviluppo, perché i prezzi sarebbero eccessivi. Questi Paesi «verrebbero in sostanza tagliati fuori da Internet» conclude Pepper, il che «potrebbe portare a conseguenze inattese molto negative».
Una parziale soluzione, qualora ciò diventasse realtà, potrebbe essere lo spostamento dei dati destinati agli utenti esteri in Paesi a loro più vicini, un po' come sta facendo Netflix grazie ad Akamai; le realtà più piccole, però, potrebbero non essere in grado di affrontare un'operazione del genere.
Secondo Eli Durado, la "tassa su Facebook" potrebbe essere anche una potente tentazione per i governi «ma probabilmente non sarebbe nell'interesse delle persone, dato che aumenterebbe l'isolamento globale».
Una volta che la notizia della proposta si è diffusa, l'ETNO è stata celere a ritrattare: sostiene che in realtà ciò che l'associazione vorrebbe è la rinegoziazione degli accordi tra le TLC e i fornitori di contenuti, in sostanza creando quella che già in passato è stata definita "Internet a due velocità", dove chi più paga più banda (e dunque maggiore priorità per i servizi offerti) ottiene.
La discussione finale sulla proposta si terrà a dicembre, durante la riunione del Consiglio dell'ITU, alla quale parteciperanno con diritto di voto tutti i 193 Stati membri.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|