Il Ministro Stanca annuncia un nuovo decreto per concedere sgravi fiscali per le aziende che investono in formazione alle nuove tecnologie per i propri dipendenti. Quello che manca è un diritto esigibile alla formazione informatica per tutti i lavoratori.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-01-2003]
Il Ministro Lucio Stanca per l'Innovazione Tecnologica ha annunciato la volontà del Governo di riproporre i benefici fiscali, già previsti dalla legge Tremonti, per le aziende che investano in formazione e aggiornamento, soprattutto sulle nuove tecnologie informatiche, per i propri dipendenti.
E' un'iniziativa lodevole anche se spesso questi incentivi fiscali sono caduti a pioggia anche su imprese che godevano già di ricchi bilanci mentre, forse, avrebbero potuto essere concentrati su imprese giovani ed innovative e su imprese in difficoltà.
L'insistere su questo tipo di provvedimenti rivela, però, un punto di vista "ideologico" sbilanciato molto sul versante delle imprese e poco su quello dei lavoratori. Infatti, se è importante agevolare e favorire con provvedimenti di tipo fiscale la formazione e l'aggiornamento professionale dei lavoratori, mancano sia la parte del controllo rigoroso che la formazione sia fatta seriamente. Soprattutto, manca un chiaro ed esplicito riconoscimento legislativo (e la sua realizzazione concreta) di un diritto per tutti i lavoratori ad avere una formazione, per lo meno di base, sulle nuove tecnologie informatiche e telematiche.
Nemmeno i sindacati hanno brillato per un'iniziativa forte in questo senso; finora non si è pensato ad una legge "per le nuove 150 ore" che sostenga la contrattazione e le iniziative imprenditoriali, riproponendo in modo aggiornato ai tempi le famose 150 ore.
Come molti ricorderanno, le 150 ore erano state riconosciute da una legge degli anni '70, varata sulla spinta delle lotte sindacali e sociali del famoso autunno caldo. Prevedevano un monte ore a cui i lavoratori potevano e dovevano aggiungere ore del proprio tempo libero, per conseguire la licenza media.
Moltissimi operai ed impiegati che avevano dovuto interrompere gli studi per cominciare precocemente a lavorare, avevano potuto conseguire la licenza media con una forte crescita personale ma, soprattutto, con il ritorno a scuola di centinaia di migliaia di persone, provenienti dal lavoro. La stessa scuola aveva ricevuto molto in termini di rinnovamento e di apertura alla società.
Accanto alla licenza media si erano tenuti molti corsi sulle tematiche della sicurezza e della prevenzione del lavoro, oggi recepiti dalla 626 che regolamenta la materia. Si erano anche aperti dei corsi per frquentare il primo biennio, in forma unificata e sperimentale, della scuola media superiore, anticipando riforme poi sempre rimaste sulla carta e mai attuate. In questo momento di questa possibilità usufruiscono molti lavoratori extracomunitari immigrati in Italia.
Oggi le 150 ore potrebbero essere un diritto, codificato ed esigibile da tutti i lavoratori dipendenti ma anche dai lavoratori-collaboratori per l'alfabetizzazione informatica (Patente Europea del computer), Internet, le lingue straniere. Le scuole pubbliche potrebbero essere coinvolte (e riceverebbero numerosi vantaggi), ma si avrebbe anche la partecipazione dei sindacati e delle rappresentanze dei lavoratori, senza lasciare solo l'iniziativa alle imprese, che potrebbero godere, comunque, di sgravi fiscali ad hoc.
Sarebbe una nuova piccola rivoluzione democratica, ma forse i tempi non sono maturi politicamente per proporla e attuarla: peccato!
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