Realizzato in tungsteno e nitruro di silicio, è stato creato per sopravvivere all'umanità.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-11-2013]
Dalla loro invenzione, nel 1956, gli hard disk hanno fatto molta strada per quanto riguarda la capacità di archiviazione, tanto da diventare il mezzo più diffuso per la conservazione dei dati.
Ciò che però non è migliorato è la loro durata: fidarsi ciecamente di un disco che ha alle spalle una decina di anni di vita significa andare in cerca di guai.
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Twente, nei Paesi Bassi, hanno cercato di trovare un mezzo per conservare i dati che riuscisse a sopravvivere indenne a un tempo incredibilmente lungo: 1 milione di anni.
Perché prendere in considerazione una tale durata? «Uno scenario possibile è quello in cui un disastro che abbia devastato la Terra e la società debba ricostruire il mondo» spiegano i ricercatori. «Un altro potrebbe essere la creazione di una sorta di eredità per una futura vita intelligente che si evolva sulla Terra o arrivi da altri mondi. In questi casi occorre pensare a soluzioni di archiviazione tra un milione e un miliardo di anni».
Il risultato è un wafer di tungsteno immerso nel nitruro di silicio: è lo strato di tungsteno a portare le informazioni, che sono incise su di esso nella forma di QR Code.
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Il tungsteno è stato scelto per la sua capacità di resistere alle alte temperature mentre il grande QR Code che copre buona parte della superficie del disco di test realizzato in questo modo è composto da pixel che sono a loro volta dei QR Code.
«In linea di principio, possiamo conservare sul disco qualsiasi cosa che crediamo valga la pena conservare: per esempio, un'immagine digitale della Gioconda» spiega Jeroen de Vries, capo dei ricercatori.
Per testare la durata nel tempo del disco realizzato, i ricercatori hanno valutato, in base al modello di Arrhenius, che per provare una durate di un milione di anni avrebbero dovuto riscaldare il mezzo a 445 Kelvin per un'ora. L'articolo continua dopo il video.
Hanno così scoperto che il disco è sopravvissuto senza problemi. Portando la temperatura a 848 Kelvin, invece, si sono verificate perdite di informazione.
«Studi successivi dovranno scoprire se il supporto riesca a sopportare temperature più alte, per esempio quelle che si verificano durante un incendio. Ma se riusciamo a trovare un posto molto stabile, come un sito di stoccaggio per scorie nucleari, allora il disco e i dati potrebbero resistere per milioni di anni» conclude De Vries.
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