Si lavora come la plastica comune e si biodegrada a tempo di record.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-03-2014]
La plastica, materiale versatile e utilissimo, presenta due lati negativi: il primo è che deriva dal petrolio e quindi, sebbene il problema paia tutt'altro che immediato, a un certo punto finirà.
Il secondo, che invece è davvero immediato, è l'inquinamento cui essa contribuisce. L'articolo continua qui sotto.
Le bioplastiche ottenute lavorando le biomasse - mais, alberi... - sono delle buone alternative, ma non è possibile produrne in quantità tali da soddisfare la domanda attuale di plastica senza incidere pesantemente e negativamente sull'ambiente.
Così la ricerca di alternative continua, e l'ultimo ritrovato promettente in questo campo è un materiale ottenuto da materiali di scarto, quali i gusci dei gamberi e la cosiddetta farina di legno.
Il risultato è una bioplastica che si può lavorare come la normale plastica, adoperando i medesimi impianti per la modellazione già adoperati, e che una volta interrata si dissolve in appena due settimane, trasformandosi in composti utili al terreno.
Il merito della scoperta va ad alcuni ricercatori del Wyss Institute di Harvard, che vi sono arrivati facendo esperimenti con il chitosano derivato dai gusci dei gamberi. L'articolo continua dopo il video.
La bioplastica ottenuta in questo modo è sicura anche per chi soffre di allergia ai crostacei: questa è infatti causata dalla tropomiosina, una proteina che viene distrutta durante l'estrazione della chitina.
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