Prevede come si comporterà il detenuto una volta ottenuta la libertà vigilata.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-04-2014]
Come fa, negli USA, la commissione deputata a decidere se un detenuto meriti la libertà condizionata?
Il criterio principe è capire se la persona in questione possa verosimilmente ricadere nel reato che l'ha portata in prigione.
Il problema è che, come spiega il rappresentante di un sindacato texano dei dipendenti di istituti penitenziari, Lance Lowry, le commissioni tendono a sovrastimare il rischio di ricaduta nelle vecchie abitudini.
Così, alla ricerca dell'assoluta imparzialità, gli americani si sono rivolti a un software, anzi a due: si chiamano LSI-R e LS/CMI, sono stati sviluppati in Canada e sono già stati adoperati per stabilire se concedere la libertà condizionata in 775.000 occasioni nel 2012.
Pare che il loro utilizzo abbia portato a una riduzione della recidiva del 15%.
Qual è l'app che utilizzi di più? | |||||||||||||||||||||||||||||||||
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I software si basano su alcuni dati: l'età del detenuto al momento del primo arresto, la sua educazione, la natura del crimine commesso, il comportamento in prigione, la fedina penale dei suoi amici, i risultati di alcuni test psicometrici e persino la sobrietà della madre mentre era incinta.
In base a questi e altri parametri viene creato un profilo, che viene confrontato con quello di molti altri per verificare in quanti casi una persona con un profilo simile abbia ripreso a delinquere.
Non tutti sono d'accordo sull'impiego di questi programmi: alcuni - spiega sempre Lowry - preferirebbero continuare ad affidarsi al proprio istinto.
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