Il fornitore del servizio s'improvvisa giudice, giuria e carnefice.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-06-2014]
Bittorrent.pm è - o, meglio, era - un sito che si occupa di indicizzare i file torrent come tanti altri; per la gestione del dominio, faceva riferimento al registrar Internet.bs.
Negli ultimi mesi il sito è finito nel mirino di Rico Management: è una società sostanzialmente sconosciuta che, a quanto pare, si occupa di antipirateria; in particolare per difendere i diritti sul film Cold in July.
Non riuscendo a trovare sul sito una form per contattare i gestori, Rico si è rivolta a Internet.bs, chiedendo la rimozione di alcuni file torrent.
È a questo punto che le cose hanno preso una brutta piega: il registrar ha risposto a Rico via email, mettendo in copia Bittorrent.pm e scrivendo: «Ho aggiunto il nostro cliente in CCN e vi risponderanno presto. Se non riceverete risposta entro 48 ore rivolgetevi nuovamente a noi, faremo le nostre indagini e sospenderemo il dominio».
È stato quindi solo a questo punto che Bittorrent.pm - cui si può imputare la colpa di non aver esplicitato il modo di contattare il gestore - è stato informato delle accuse di violazione; il sito ha protestato di non ospitare alcun file torrent, quindi ha chiesto spiegazioni circa la minaccia di sospensione del dominio.
Internet.bs ha spiegato di dover agire in quel modo per non essere accusato di complicità in atti di pirateria digitale: «Se non rispondete noi possiamo essere ritenuti responsabili di essere stati informati di un comportamento illegale e di non aver intrapreso alcuna azione».
Le proteste del gestore, che affermava di non ospitare alcun file ma soltanto link sono state inutili e alla fine il dominio è stato sospeso: al momento sta cercando un nuovo registrar.
L'intera vicenda solleva alcune domande: innanzitutto viene da chiedersi se sia giusto che un registrar venga coinvolto in tal modo in una disputa del genere e se esso possa prendere le decisioni che Internet.bs ha preso, senza che sia intervenuta la magistratura.
Ci si può poi chiedere se la mancanza di una form di contatto, la cui presenza non era nemmeno indicata come obbligatoria nel contratto con il registrar, possa essere sufficiente a far ritenere colpevole un gestore.
Oltretutto, se Bittorrent.pm non aveva una form, Rico Management non ha nemmeno un sito: all'indirizzo web che corrisponde al nome della società si trova soltanto una pagina di cortesia di GoDaddy.
Infine, ci si potrebbe domandare se per un registrar sia una mossa intelligente quella di chinare il capo sospendendo un dominio alla prima accusa di pirateria.
Di recente sull'argomento è intervenuto l'ISNIC, l'ente che gestisce il TLD .is.
«I domini» - ha dichiarato un portavoce - «possono essere considerati tanto illegali quanto un indirizzo stradale. Un indirizzo stradale non è illegale nemmeno se si praticano attività illegali in un'abitazione a quell'indirizzo».
«La sospensione di un dominio si può in un certo modo comparare al divieto di utilizzare l'indirizzo di un palazzo, privando chiunque della possibilità di adoperare quell'indirizzo o quel servizio postale; inoltre, la sospensione di singoli domini può avere ricadute su altri domini, specialmente se un dominio è un sottodominio registrato».
Infine, com'è logico, la sospensione di un dominio porta al registrar che la pratica «pubblicità negativa all'interno della comunità Internet, danneggiando il TLD e riducendo la sua credibilità. Ed è difficile rimediare a un danno di questo tipo, un danno che potrebbe essere evitato facilmente aumentaqndo la consapevolezza e l'efficacia del lavoro tecnico».
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
L'invenzione più significativa | ||
|
Gladiator