L'antenato del DOS e di Windows.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-11-2014]
È un tuffo nel passato quello operato dal Computer History Museum con il rilascio del codice sorgente del CP/M, e allo stesso tempo una specie di regalo di compleanno.
Era infatti nato nel 1974 il CP/M, e dunque quest'anno ha compiuto 40 anni; il suo nome, però, ai più giovani probabilmente non dirà nulla.
Nato dalla mente di Gary Kildall, fondatore della Digital Research, fu molto popolare agli albori dell'informatica, prima che IBM lanciasse il proprio PC scegliendo il PC-DOS, sviluppato congiuntamente con Microsoft (la cui versione prese il nome di MS-DOS), come sistema operativo.
La vicenda che impedì alla Digital Research di diventare ciò che poi divenne Microsoft è ormai storia - e in parte anche leggenda. Si narra che IBM volesse proprio il CP/M per il PC, ma che il giorno in cui si sarebbero dovuti firmare gli accordi e la lettera di riservatezza Kildall non fosse in ufficio (c'è chi dice che fosse in volo, c'è chi dice che fosse a fare surf) e che la moglie non se la sia sentita di firmare; per cui gli emissari di IBM, visto l'incomprensibile rifiuto di Digital, si sarebbero rivolti alla piccola Microsoft.
Digital Research cercò poi di correre ai ripari e il CP/M venne alla fine compreso tra i sistemi operativi disponibili per il PC IBM, ma costava circa sei volte PC-DOS: il declino fu praticamente inevitabile.
Peraltro, il CP/M fu fonte d'ispirazione per il QDOS, da cui derivarono PC-DOS e MS-DOS; molti concetti introdotti dalla creature di Kildall vennero ripresi esattamente allo stesso modo.
Per esempio, la pratica di utilizzare le lettere dell'alfabeto per identificare i vari drive (A: e B: per i floppy, C: e seguenti per gli hard disk), tuttora mantenuta anche nelle più recenti versioni di Windows sebbene non strettamente necessaria, deriva proprio da una convenzione del CP/M.
Il CP/M veniva offerto con un'interfaccia a linea di comando e fu il sistema che ospitò le prime versioni di software molto popolari, come l'elaboratore di testi WordStar e il programma per database dBase.
Sono ben quattro le versioni il cui codice è stato reso disponibile dal Computer History Museum ed è liberamente utilizzabile per scopi non commerciali: si tratta delle edizioni del 1975, del 1976, del 1978 e del 1979. Per ognuna è disponibile anche la documentazione.
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