Tanto flessibile da poterlo indossare al polso: troppo bello per essere vero?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-11-2014]
Ci sono smartphone che si piegano senza volerlo e promesse di smartphone flessibili che da anni si fanno attendere; e poi c'è Portal, lo smartphone davvero flessibile che Arubxis giura di poter costruire.
Dalla pagina Indiegogo tramite la quale cerca fondi, Portal appare completamente pieghevole e flessibile, tanto da poter essere stretto e deformato tra le dita (presumibilmente senza causare danni) e indossato sul polso grazie a un paio di cinturini da orologio.
Portal è anche in grado di essere immerso sino a 10 metri di profondità, è spesso appena 4,8 millimetri e anche sul versante hardware sembra non comportarsi male: sebbene sulla CPU non ci siano notizie (l'azienda parla di accordi di non divulgazione da rispettare, poiché ha scelto processori che ancora non sono sul mercato), il produttore spiega che ci saranno 2 Gbyte di RAM, 64 Gbyte di memoria interna, quattro videocamere (di cui almeno una con un sensore da 8 megapixel) e una batteria pieghevole da 3.200 mAh.
Inoltre, questo smartphone così rivoluzionario è completamente wireless: senza fili avviene la ricarica, il jack da 3,5 millimetri è assente (basta il protocollo Bluetooth) e non c'è nemmeno una porta micro USB per il trasferimento dei dati (anch'esso delegato al Bluetooth).
È tutto molto affascinante, eppure Portal pare troppo bello per essere vero. Già veder spuntare dal nulla uno smartphone che offre tecnologie a cui gli ingegneri di Apple o Samsung ancora non sono arrivati dà da pensare.
Poi, c'è la misteriosa sparizione da Indiegogo seguita da una pronta riapparizione e da un ridimensionamento nelle richieste: se prima Arubxis puntava a raccogliere 300.000 dollari, ora si accontenta di 50.000.
Ufficialmente, la rimozione è avvenuta a causa di una lamentela giustificata dal DMCA, la legge americana sul copyright; ciò però non spiega il ritorno, né la cifra ridotta.
Qualcuno, anche su Indiegogo, ha poi sollevato dubbi dopo aver visto il sistema scelto per la raccolta fondi, ossia il Flexible Funding: in questo modo il denaro raccolto, anche se l'obiettivo non viene raggiunto, arriva comunque a chi ha proposto il progetto. L'articolo continua dopo il video.
Anche in questo caso c'è una motivazione ufficiale perfettamente logica: l'alternativa - il Fixed Funding, che assegna i fondi soltanto a obiettivo raggiunto - permette soltanto a chi ha un account PayPal di contribuire, e il CEO di Arubxis, Brandon Mairs, non ama PayPal.
Se a ciò si uniscono alcuni dubbi, come quelli avanzati da Engadget, sulle possibili competenze dei personaggi chiave dell'azienda, il dubbio se Portal sia davvero un progetto serio oppure no è quantomeno lecito.
È certo che, se fosse tutto vero, la piccola Arubixs avrebbe battuto sul tempo i giganti che di prodotti simili si sono interessati già tempo fa, ma senza portarli sul mercato.
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