Fa calare i prezzi e risparmiare banda, ma lo spettro del DRM è sempre in agguato.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-02-2015]
Apple ha da poco ottenuto il brevetto su una tecnologia che potremmo definire di "peer to peer legale"; non perché il peer to peer in sé sia illegale ma nel senso che permetterebbe di condividere legalmente con chiunque i contenuti digitali regolarmente acquistati.
Fino a oggi siamo stati abituati ad avere un'unica possibilità di ottenere legalmente un contenuto (un brano, un film): ciascun utente deve pagare un dato prezzo per poter scaricare detto contenuto da un server.
L'idea brevettata da Apple introduce una seconda modalità: dopo che il primo utente ha scaricato il contenuto, pagandolo a prezzo pieno, altri potranno ottenere una licenza per accedervi pagando un prezzo ridotto.
In questo modo il brano, o il film, può essere condiviso legalmente tra più utenti o tra più dispositivi dello stesso utente (basta acquistare la licenza) senza dover passare nuovamente dal server da cui esso è stato ottenuto la prima volta.
Così facendo - spiega Apple - si ottiene il vantaggio di consumare meno banda e in generale di ridurre i costi.
«Questa riduzione delle spese operative può aprire la strada a una struttura dei prezzi su due livelli» spiega l'azienda di Cupertino. «Per esempio, il negozio di contenuti digitali può imporre un primo prezzo agli utenti che scaricano un contenuto digitale dal negozio, e un secondo prezzo agli utenti che ottengono l'autorizzazione ad accedere a un contenuto digitale senza scaricarlo».
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«Ciò» - continua Apple - «può incoraggiare gli utenti a commerciare o copiare contenuti digitali e, allo stesso modo, ad autorizzare queste copie. Tale condivisione può, in cambio, ridurre la pirateria o la copia illegale».
Il meccanismo potrebbe anche funzionare ma sembra comunque un passo indietro rispetto all'andamento attuale del mercato, sempre più orientato verso l'offerta di contenuti DRM free, ossia privi di protezioni dalla copia e che, dunque, non richiedono alcuna autorizzazione per essere condivisi.
L'idea di Apple, infatti, prevede che le autorizzazioni vengano concesse soltanto per quei dispositivi che supportano il sistema di licenze descritto nel brevetto: si tornerebbe, insomma, a uno scenario in cui il DRM è ancora presente.
Bisogna riconoscere tuttavia che la richiesta del brevetto risale al 2011: da allora il panorama della distribuzione di contenuti digitali è molto cambiato, in modi che probabilmente all'epoca non erano previsti, per esempio proprio con la progressiva eliminazione delle protezioni.
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