Un nuovo sistema a distanza sorveglierà dal cielo le aree naturali protette della UE.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-04-2015]
Dichiara una regione "zona naturale protetta" è certo un bel passo, ma non basta: è necessario poter poi monitorare l'area e le sue condizioni.
All'interno dell'Unione Europea, circa un quinto della superficie totale è costituito da zone protette: va da sé che tenere sotto controllo una tale estensione è un compito di non facile attuazione; utilizzare i metodi tradizionali - ispezionare le aree a piedi - è praticamente impossibile.
Dall'Università Tecnica di Vienna arriva però una soluzione: un sistema aereo che monitora le condizioni delle zone grazie al laser.
Il professor Norbert Pfeifer spiega: «Le regole della rete Natura 2000 sulle aree naturali protette richiedono che lo stato di conservazione delle regioni protette sia valutato per lo meno ogni sei anni».
Il metodo sviluppato a Vienna consiste nell'utilizzo di aerei che volano tra i 500 e i 2.000 metri ed effettuano una scansione di zone larghe tra i 300 e gli 800 metri.
Per ogni metro quadrato vengono effettuati rilevamenti utilizzando un laser a infrarossi che invia a terra centinaia di migliaia di impulsi al secondo.
Tali impulsi vengono riflessi e inviati nuovamente all'aereo, e il tempo necessario perché ciò avvenga, unito alla distanza esatta tra l'aereo e il suolo, permette di creare una mappa 3D dettagliata della zona.
Maleducazione in aereo | ||
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Quindi entra in gioco un software appositamene sviluppato per distinguere i divesi tipi di vegetazione e che è in grado di distinguere anche eventuali "fattori di disturbo", come le tracce lasciate dai veicoli.
La mappa permette di ottenere molte più informazioni rispetto a una semplice fotografia aerea: per esempio consente di ottenere informazioni anche sugli strati più bassi della vegetazione. «Usiamo i dati per calcolare con precisione i medesimi parametri che verrebbero raccolti da un'ispezione umana» spiegano il professor Pfeifer.
Il sistema è già stato messo alla prova in Ungheria, dove i dati raccolti sono stati confrontati con un'esame condotto in maniera tradizionale per mettere a punto gli algoritmi.
«Abbiamo raggiunto una corrispondenza dell'80-90% tra i nostri dati e quelli raccolti dalle osservazioni sul luogo. È un enorme successo. È all'incirca lo stesso livello di corrispondenza che si otterrebbe se due diverse persone ispezionassero la stessa regione».
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