Sempre più forte il rapporto politico-affaristico tra il Premier e il Presidente di Telecom Italia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-07-2003]
Silvio Berlusconi è passato da una luna di miele con gli imprenditori italiani ad un rapporto sempre più freddo e distaccato. Dopo che, per la prima volta, il Presidente degli industriali italiani D'Amato aveva portato la Confindustria ad una politica di sostegno attivo a favore di un Governo, quello di Berlusconi, sta montando la freddezza ed il distacco da parte del mondo delle imprese nei confronti del Presidente-imprenditore.
La delusione per le battaglie perse sull'art.18 con troppe ore di sciopero, le mancate e sempre promesse riforme, i litigi con l'Europa e nella coalizione, l'incapacità di trovare soluzioni efficaci alla caduta di consumi ed investimenti, al calo dell'export, alla riduzione dei profitti sono tutti elementi che cominciano a pesare negativamente sul rapporto imprenditori-Governo.
Molti imprenditori si allontanano da Berlusconi ma non è così per uno dei maggiori imprenditori italiani: Marco Tronchetti Provera, Presidente della Pirelli e Presidente di Telecom Italia. Marco Tronchetti Provera rompendo un suo tradizionale equilibrio (equilibrismo?) ed un suo aplomb di equidistanza fra Destra e Sinistra è sceso in campo, e con tutta la sua autorevolezza, a sostegno di Silvio Berlusconi.
Lo ha fatto, nel bel mezzo, della battaglia parlamentare che vede per oggetto la regolamentazione del conflitto di interessi (su cui tace ma sarà una legge che varrà anche per lui) e della legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo che Tronchetti Provera giudica una legge ben fatta, una legge positiva e valida per il futuro della televisione digitale.
Tronchetti Provera ammette di non essere un tecnico (nell'intervista a La Stampa) e di non conoscere bene le motivazioni delle critiche degli editori dei giornali alla legge Gasparri, che darebbe troppo spazio alla pubblicità televisiva rispetto all'editoria: una cosa un po' strana per un Vicepresidente della Confindustria (gli editori sono industriali) e che possiede una quota del Corriere della Sera.
Perché Tronchetti Provera scende in campo a fianco di Berlusconi mentre si moltiplicano le voci critiche alla legge Gasparri: da quelle del Presidente degli editori Luca Di Montezemolo, che sta facendo fuoco e fiamme, a quelle del Garante per l'Antitrust Tesauro che ipotizza un rafforzamento del duopolio televisivo e pubblicitario Rai-Mediaset oltre a quelle, naturalmente, dell'opposizione di Centrosinistra, senza contare alle dimissioni già rassegnate del Presidente della Rai.
Non solo Tronchetti Provera approva e difende la legge Gasparri ma spezza una lancia anche a favore di riforme istituzionali che rafforzino il potere dell'esecutivo, cioè del Premier, cosa di cui da tempo sta parlando Berlusconi ed entrando così nel merito del dibattito politico da cui aveva sempre cercato di tenersi defilato.
Le ragioni di questa scelta "militante" del Presidente di Telecom Italia sono molteplici e diverse: la prima, più diretta, è che Tronchetti Provera ha sposato fino in fondo il suo mestiere di imprenditore televisivo: possiede La7 e Mtv, le due uniche reti nazionali non Rai e non Mediaset.
Tronchetti Provera ha bisogno di pubblicità per le sue Tv, ed ha abbandonato anche le critiche perché Telecom Italia non potrà superare il 10% di tetto del controllo delle risorse del mercato televisivo (perchè è l'operatore dominante telefonico), nella lotta tra pubblicità sulle Tv e pubblicità sui giornali ha scelto le Tv.
Con la legge Gasparri potranno iniziare le trasmissioni della Tv digitale, ogni 2 canali televisivi nazionali tradizionali potranno nascere, subito, almeno 6 canali nazionali digitali.
La strada della Tv digitale in Italia è tutta in salita: si calcola un tempo che può variare dai 6 anni, nelle stime più ottimistiche ai 10-12 anni, in quelle meno rosee, perché la maggioranza degli italiani sia dotata di apparecchi televisivi in grado di ricevere i tanti canali del digitale ma per Telecom Italia la scadenza è più immediata e concreta.
Una parte delle frequenze sul digitale verranno utilizzate da Telecom Italia non per la Tv ma per la trasmissione dati, soprattutto per le imprese, che è il core business di Telecom Italia. In questo modo si rafforzerebbe il ruolo davvero unico e fortissimo che Telecom Italia non ha mai perso e sta consolidando, di maggiore gestore del traffico business (e non solo) in Italia.
Queste sono le motivazioni più chiare, dirette, di immediata comprensione che vedono il Presidente di Telecom Italia più interessato alle ragioni del suo business che a quelle delle garanzie da dare al pluralismo dell'informazione in Italia. Ci sono poi motivazioni meno evidenti ma non secondarie.
Oggi Telecom Italia, dopo la fusione con Olivetti, è diventata più contendibile: la presenza di Tronchetti Provera e dei suoi soci è scesa dal 28 all'11% circa, con l'altro grande scocio, la famiglia Benetton, che vorrebbe ritirarsi o comunque non può e non vuole impegnarsi di più.
Per fare fronte ad eventuali scalate Tronchetti Provera ha bisogno del sostegno di Mediobanca, in cui Berlusconi ed il suo socio Ennio Doris di Mediolanum hanno un ruolo importante e, magari, di un nuovo finanziatore come potrebbe essere la Fininvest-Mediaset di Confalonieri (e Berlusconi).
Tronchetti Provera dice che la migliore garanzia contro le Opa è l'efficienza con cui l'azienda viene gestita ma, in realtà, la migliore garanzia, per ora, sono i 30 miliardi di euro che chi fa una scalata a Telecom Italia deve sobbarcarsi.
La convenienza di un'Opa su Telecom Italia ci potrebbe essere se l'Authority costringesse Telecom Italia a separare la sua Rete, che serve anche ai concorrenti, e le sue attività commerciali: fatta a pezzi Telecom Italia sarebbe ancora un grandissimo buon affare.
Bisogna quindi non solo blindare Telecom Italia rifondando un buon pacchetto di controllo con soci amici ma garantendosi che l'Authority, nominata a maggioranza dalla maggioranza di governo, non faccia brutti scherzi.
"Se Parigi val bene una Messa, per Tronchetti Provera la Telecom vale bene l'appoggio a Berlusconi" anche se per questo deve distinguersi dal vecchio Leopoldo Pirelli, Presidente onorario della Pirelli, ex suocero e nonno dei figli di Tronchetti Provera, ultimo grande nome del capitalismo italiano, dopo la scomparsa dell'Avvocato, che, invece, altrettanto pubblicamente, continua a non sopportare Berlusconi.
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