Il quotidiano Libero si fa tribuna di un attacco al noto sito pacifista.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-08-2003]
Vittorio Feltri è il discusso e popolare giornalista, direttore e fondatore del quotidiano Libero, dopo essere stato direttore dei quotidiani "L'Indipendente" e "Il Giornale": si considera ed è considerato una colonna del giornalismo liberale e liberista.
L'operato di Vittorio Feltri è stato spesso oggetto di discussione: si ricorda per esempio la grave sanzione comminata dall'Ordine dei Giornalisti della Lombardia per la pubblicazione di foto pedofile tratte dal servizio del Tg1 che costò le dimissioni a Gad Lerner, le pagine che dovette pubblicare su Il Giornale per rettificare articoli contro Di Pietro e così, insieme alla corresponsione di un indenizzo miliardario, chiudere la "guerra giudiziaria" che aveva intrapreso l'ex magistrato contro di lui.
In tutte queste vicende Feltri si è sempre dichiarato libero e fiero di fare un giornalismo battagliero e d'assalto, di essere un giornalista veramente indipendente e pronto a smascherare gli abusi dei potenti, di destra ma non per questo subordinato a nessuno, una voce libera che molti cercano di soffocare.
Daclon accusa Peacelink di aver pubblicato sul sito un appello contro la Nato, un appello ripreso dal sito di Rifondazione Comunista che lo aveva promosso, sottoscritto da molti studiosi ambientalisti, tra cui figura la sua firma, che lui non ha mai apposto, mettendolo in grave imbarazzo, essendo il Daclon stesso, un consulente della Nato. Ora si può capire il disappunto del Daclon, gli eventuali danni che può aver ricevuto, non si capisce perché anzichè perseguire, innanzitutto, il sito di Rifondazione Comunista, i promotori che hanno commesso il falso, voglia far chiudere un sito colpevole solo di aver ripreso l'appello.
Libero riprende le accuse di Daclon, addirittura accosta il nome di Peacelink a minacce nei confronti del Daclon che da Peacelink non sono mai venute: anzi per rispetto della privacy Peacelink aveva sempre omesso di pubblicare il nome dello studioso, anche negli articoli che sollecitavano la solidarietà che moltissimi hanno voluto esprimere al sito pacifista.
Per questo Peacelink ha inviato una lettera a Feltri con una richiesta di rettifica per chiarire la vicenda, visto che l'articolo del giornalista di Libero non riportava nemmeno in una riga le ragioni di Peacelink, ma c'è da chiedersi perché un giornalista come Vittorio Feltri che dovrebbe essere più sensibile, per averne sofferto sulla propria pelle, alle ragioni del pluralismo e della libertà di espressione, sia incappato in questa gaffe.
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