Nella relazione annuale alle Camere la richiesta di evitare i controlli invasivi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-06-2015]
Nella sua relazione annuale alle Camere, letta alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella (a lungo collega in Parlamento nello stesso gruppo parlamentare), il presidente dell'Autorità di garanzia per i dati personali Antonello Soro si è rivelato più vicino alle preoccupazioni dei sindacati che a quelle del governo e dei rappresentanti degli imprenditori, in merito alle novità previste dal Jobs Act che liberalizzano i controlli a distanza telematici dei lavoratori.
Per Soro infatti "nei rapporti di lavoro, il crescente ricorso alle tecnologie nell'organizzazione aziendale, i diffusi sistemi di geolocalizzazione e telecamere intelligenti hanno sfumato la linea, un tempo netta, tra vita privata e lavorativa. Un più profondo monitoraggio di impianti e strumenti non deve tradursi in una indebita profilazione delle persone che lavorano. Occorre sempre di più coniugare l'esigenza di efficienza delle imprese con la tutela dei diritti"..
Sempre secondo il Garante si devono impedire "forme ingiustificate e invasive di controllo" dei lavoratori, "nel rispetto della delega e dei vincoli della legislazione europea", evitando "una indebita profilazione delle persone che lavorano".
Per profilazione il Garante intende una ricostruzione minuziosa dell'attività quotidiana del lavoratore, una sua schedatura che non lascerebbe spazi di privacy all'iniziativa e alla personalità del dipendente.
Per il presidente della Confindustria Squinzi "chi ha la coscienza tranquilla non deve temere controlli", mentre invece Susanna Camusso della Cgil ha parlato del rischio di Grande Fratello nelle imprese.
Anna Maria Furlan, segretaria generale della Cisl, ha chiesto che le regole sui controlli a distanza vengano concordate fra imprese e rappresentanze sindacali nella contrattazione aziendale.
Il segretario della Uil Barbagallo ha parlato di un governo mai così nemico dei lavoratori.
Ora le Camere dovranno esprimere un parere sul decreto che abolisce l'articolo 4 che impediva i controlli a distanza senza assenso delle organizzazioni sindacali o dell'ufficio del lavoro.
Ma si tratta di un parere non vincolante, che il governo Renzi potrebbe ignorare, come ha già fatto per la normativa sui licenziamenti collettivi dei nuovi assunti, che il Parlamento non voleva sottrarre all'articolo 18 come invece aveva approvato per quelli individuali.
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