Kim Dotcom rivela che era pronto a un accordo con Universal Music.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-09-2015]
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Kim Dotcom rivela: era pronto un Megaaccordo con Universal Music
Perché Megakey funzioni al meglio - spiegava Kim Dotcom - è importante procedere gradualmente, proponendo inizialmente spot di secondo piano e poi, quando gli utenti arrivano ad ascoltare le tracce fornite da Universal, spot di valore più elevato, scelti grazie agli algoritmi di profilazione inseriti in Megakey.
Gli utenti di Megaupload forniscono alcune informazioni - età, sesso, posizione - all'atto dell'iscrizione e poi una partnership con Facebook permetterà di ottenere il resto, così da riuscire a capire con precisione i gusti di ciascuno.
Una delle questioni chiave è però la sostituzione degli spot di Google e degli altri: anche in questo caso Dotcom suggerisce di iniziare con calma, assicurandosi di vendere tutte le impression e limitandosi inizialmente a sostituire soltanto il 10% degli spot, per cominciare a costruire una base solida.
«In sostanza stiamo parlando di qualche miliardo di dollari e dobbiamo creare delle relazioni e via di seguito» dice Dotcom nella registrazione; i dirigenti di Universal si dichiarano d'accordo e uno di loro dimostra di aver capito al volo la situazione commentando: «Sarà descritto come un parassita degli altri cyberservizi», posizione controversa che però Kim Dotcom aveva già fatto analizzare dai suoi legali per assicurarsi di avere le spalle coperte.
La prima vittima del "parassita" sarebbe dovuto essere il maggior gestore di pubblicità online: Google. La scelta del motore di ricerca è dovuta anche a un altro motivo: per usare le parole di Dotcom, «Google ospita il più grande indice esistente di materiale pirata, e se si vuole trovare una canzone che appartiene a UMG basta chiedere a Google per trovare migliaia di link che puntano a centinaia di siti diversi».
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E dato che Google non compensa Universal per questi risultati, mentre Megaupload promette di farlo, i dirigenti della casa discografiche non fanno fatica a dichiararsi «completamente d'accordo».
La cosa diverte molto tutti gli attori della conversazione che, dopo aver identificato un nemico in Google, decidono di evitare di inimicarsi le altre etichette stabilendo di creare una whitelist degli spot da non sostituire. «Ma su quella lista non ci sarà Google!» commenta un dirigente di Universal ridacchiando. «Sarà aperta la stagione di caccia» «Fuoco in buca!» commentano altri due.
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