Dopo la fusione France Telecom-Orange potrebbe arrivare quella Telecom-Tim.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-09-2003]
Uno dei crucci maggiori di Tronchetti Provera, si sa, è la gestione dell'indebitamento di Telecom Italia ereditato dalla "mitica" Opa di Colaninno e dalle successive operazioni finanziarie dell'acquisto da parte di Pirelli e dalla più recente fusione Olivetti-Telecom Italia.
Si tratta di un indebitamento sotto controllo e ridotto dalla grande operazione di dismissioni che ha visto cedere molte partecipazioni all'estero, la Seat-Pg, la Telespazio, la Netikos, e altre attività. Il debito rimane sempre forte, una palla al piede ed una spada di Damocle sul futuro del maggiore gestore di Tlc in Italia.
Sia Colaninno dopo l'Opa che Tronchetti Provera, appena venuto in possesso dell'azienda, avevano ipotizzato una cessione sul mercato di una quota, intorno al 10%, di azioni di Tim, la "gallina dalle uova d'oro" del Gruppo Telecom Italia, che consentisse a Telecom Italia di continuare a controllare la società di telefonia mobile ma aiutasse a fare cassa.
In questi giorni in Francia, France Telecom ha ripreso il pieno controllo di Orange, la sua società nella telefonia mobile, nonostante France Telecom abbia un indebitamento maggiore di Telecom Italia. Questa operazione non sembra, per ora, aver incontrato la disapprovazione dell'Antitrust francese e, tantomeno, quella ancor più importante dell'Antitrust europeo, pur essendo France Telecom tuttora controllata dallo Stato francese che ne possiede la maggioranza delle azioni.
Questo parere è indispensabile: infatti nel 1994 Tim nacque da una costola di Telecom Italia, nonostante la fiera opposizione dei suoi manager di allora, per la decisione dell'Antitrust italiano che riteneva che Telecom Italia potesse approfittare della sua posizione di monopolista assoluto nella telefonia fissa per stroncare sul nascere la concorrenza nel mobile, che cominciava allora, con la concessione all'Olivetti di una licenza per il Gsm, e la nascita di Omnitel (oggi Vodafone).
Fino ad allora Telecom Italia aveva installato i ponti radio per il Tacs, vendeva i telefonini e gli abbonamenti all'187 ma, oggi, l'Antitrust potrebbe ritenere che la situazione è profondamente mutata: il Tacs che aveva solo Telecom Italia non esiste più, c'è una forte concorrenza nel settore della telefonia fissa, che è ancora più forte nel mobile con la presenza di un fortissimo concorrente a livello europeo che è Vodafone, con un gestore Wind che è presente sia nel fisso che nel mobile e la nascita di un gestore per l'Umts che è 3.
La fusione Telecom Italia-Tim potrebbe essere, quindi, il fatto di maggior rilevo economico-finanziario nel 2004 che ci attende: bisogna vedere come reagirebbero i piccoli risparmiatori ad un'operazione che, certo, non li avvantaggerebbe.
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