La Cassazione francese ha multato per 28.000 euro alcuni militanti filopalestinesi che incitavano a non acquistare prodotti provenienti da Israele.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-11-2015]
In Italia si è discusso molto, in seguito al caso di Erri De Luca, se sia legale oppure no teorizzare la legittimità del sabotaggio di opere pubbliche e ferrovie e, eventualmente, sollecitare e propagandare azioni di sabotaggio.
In Francia, invece, è definitivamente stata sancita l'illegalità del boicottaggio di prodotti e merci, inteso come invito ai cittadini a non acquistare prodotti o servizi fabbricati in un certo Paese o da una particolare impresa o gruppo di imprese.
In particolare, la Corte Suprema francese ha confermato la condanna inferta dalla Corte d'Appello di Colmar a 14 attivisti del movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) che prevede il pagamento di 28.000 euro di danni alle parti civili e una multa di 1.000 euro per ogni attivista.
Queste persone sono state condannate per aver partecipato ad alcune manifestazioni (una il 26 settembre 2009 alcuni, l'altra il 22 maggio 2010) davanti al negozio Carrefour di Illzach, dove in quelle occasioni è stato istituito un «presidio per il boicottaggio di prodotti provenienti da Israele».
Il movimento BDS sta portando avanti la propria strategia in molti paesi (Gran Bretagna, Stati Uniti d'America, Belgio, Germania) attraverso inviti a boicottaggi commerciali, accademici o culturali per fare pressione su Israele.
I manifestanti indossavano magliette con lo slogan «La Palestina vivrà, boicottaggio di Israele» e distribuivano ai clienti volantini su cui era scritto: «Chi acquista i prodotti importati da Israele legittima i crimini a Gaza e approva la politica del governo israeliano». I militanti non impedivano con la violenza di accedere al Carrefour né usavano slogan antisemiti, azioni che sarebbero state punite dalle leggi francesi.
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Per l'Alta Corte francese, quanto avvenuto davanti al negozio è comunque «costitutivo del reato di "incitamento alla discriminazione, all'odio o alla violenza contro una persona o un gruppo di persone a causa della loro origine o la loro etnia, nazione, razza o religione" (articolo 24 paragrafo 8 della legge sulla stampa)». Solo gli embarghi decisi dal governo francese possono essere legali.
Invece secondo Jean-Christophe Duhamel, ricercatore legale presso l'Università di Lille-II, «Il diritto degli altri è rispettato in quanto la chiamata al boicottaggio è una richiesta al consumatore di esercitare la sua libertà di scelta. Non è un'azione che, ad esempio, impedisce la consegna dei prodotti israeliani in negozio, e non ostacola la libertà economica del produttore israeliano».
Contro la sentenza francese gli attivisti di BDS ricorreranno alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo.
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