A quasi quattro anni dal raid, un giudice valuta la restituzione dei dati agli utenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-11-2015]
Sono trascorsi ormai quasi quattro anni dal raid che ha posto fine alla storia di Megaupload e ha portato al sequestro dei server da esso utilizzati, oltre 1.000 dei quali si trovano tuttora sotto sequestro in Virginia, affidati all'hosting provider che ha acquisito l'azienda che li gestiva nel 2012, Carpathia.
Con il processo ancora in corso, quei server sono ritenuti prove importanti: non della colpevolezza di Kim Dotcom e soci, ma della loro innocenza, stando a quanto affermano gli avvocati difensori. Per questo motivo la difesa s'è opposta alla richiesta del provider di poter cancellare e riutilizzare i server, il cui mantenimento senza poterli utilizzare rappresenta una voce di spesa non indifferente.
Se dal canto proprio il governo americano afferma di non aver problemi ad autorizzare la cancellazione, poiché sostiene di aver già copiato tutte le prove necessarie, la difesa - come accennavamo - è contraria: per dirimere la questione la palla è passata a un giudice, il quale ha iniziato a sentire il parere di tutte le parti in causa.
Innanzitutto, il giudice ha chiesto al provider se sia possibile recuperare i dati presenti nei server, tenendo presente che il tempo passato e le condizioni in cui sono stati conservati i server possono aver influito negativamente sull'integrità dei drive. Inoltre, il giudice vuol sapere quanto Megaupload sia disposto a pagare per i server e se sia pronto ad accollarsi il compito di proteggere i dati sensibili eventualmente ancora presenti in essi.
Megaupload ha inizialmente risposto che è pronto a ricomprare i server per 1 milioni di dollari, mentre di recente gli avvocati di Kim Dotcom hanno affermato che dovrebbe essere il governo americano ad accollarsi tutti i costi.
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Il giudice ha inoltre domandato alla MPAA quale sarebbe la sua posizione qualora i server venissero riconsegnati a Megaupload per quanto riguarda il materiale illegale lì presente, e ha richiesto una stima dei costi che si dovrebbero sostenere per restituire i dati agli utenti.
Tutto ciò prospetta quindi la possibilità che prossimamente gli utenti di Megaupload possano tornare in possesso dei propri dati: una buona notizia anche per Kim Dotcom e gli altri accusati, convinti di trovare là dentro le prove della loro innocenza.
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