Osama Bin Laden, terrorista e pirata

Nei computer del covo di Abbottabad c'erano decine di film e videogiochi scaricati illegalmente.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-11-2017]

osama bin laden pirateria

Di recente, la CIA ha reso pubblici circa 470.000 file trovati nei computer del covo di Osama Bin Laden ad Abbottabad, in Pakistan.

Il lungo elenco comprende documenti, lettere, filmati e file audio, grazie ai quali è possibile farsi un'idea più precisa della vita all'interno del complesso fortificato ultimo rifugio del fondatore di Al Qaeda, ma che riservano anche alcune sorprese.

Tra questi file, infatti, ce ne sono alcuni che sono palesemente videogiochi e film scaricati illegalmente da Internet.

Vi sono titoli come Cars, Z la formica, Chicken Little, L'era glaciale: L'alba dei dinosauri e I tre moschettieri, e poi giochi come Grand Theft Auto: Chinatown Wars, Final Fantasy VII, un emulatore per GameBoy Advance. Nonché diversi porno e anime.

Bisogna precisare che nel complesso vivevano molte persone, e anche dei bambini: alcuni dei film, e molto probabilmente anche dei giochi, servivano al loro intrattenimento.

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Altri titoli sono particolarmente interessanti: ci sono documentari sulla caccia a Bin Laden prodotti dalla CNN e altri che trattano di argomenti come i veleni più potenti del mondo e le armi più mortali.

Quanto di tutto ciò interessasse a Bin Laden direttamente, e quanto agli altri frequentatori del complesso, non è ovviamente possibile sapere.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (2)

Qui siamo praticamente al gossip... :wink:
8-11-2017 19:16

{orchidea}
Ci hanno dato in pasto il Cattivo. Chissà se oltre al resto, diceva anche le parolacce. Ci si poterebbe fare un articolo...
6-11-2017 14:15

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Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
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